Violentata migliaia di volte dal padre, partorisce suo figlio: “Non mi credeva nessuno”
Arriva da Londra l’ennesima storia di maltrattamenti e abusi. Una ragazza 25 enne afferma di essere stata violentata sessualmente dal padre sin da quando aveva 10 anni. Anni e anni di soprusi nel corso dei quali la giovane avrebbe subito almeno 1000 stupri. Sarah Smith, questo il nome della vittima (che in realtà è stato cambiato dal Mirror per proteggerne l’identità) oggi ha un bambino di 8 anni che è il frutto della violenza del padre su di lei. La ragazza a 17 anni, esasperata, decide di abbandonare la casa. Conosce un coetaneo col quale inizia una relazione. Certa di aspettare un bambino dal suo ragazzo solo dopo 4 anni, a seguito del test del DNA, scopre che in realtà il piccolo è di suo padre. “Amo mio figlio, ma ogni volta che lo guardo in faccia rivedo mio padre”, racconta Sarah al Mirror. Il piccolo avrebbe problemi di apprendimento e la madre ammette che questo potrebbe essere attribuito in qualche modo ai condizionamenti legati proprio alle violenze che le ricorda come è venuto al mondo il figlio.
Sarah sarebbe stata violentata la prima volta dal padre nel 1999 pochi giorni dopo il suo decimo compleanno. Avrebbe subito per anni abusi fino a tre volte a settimana, sempre quando la madre era fuori per lavoro. Dopo tre anni di inferno, Sarah ha il coraggio di raccontare tutto a sua mamma. La donna però non le ha mai creduto. Poi, nel 2003, mentre camminava per strada, decide di rivelare tutto ad un agente di polizia che passava per caso vicino casa sua. Da lì è andata avanti una battaglia legale che alla fine l’ha vista vincitrice. Sarah ha avuto un risarcimento di 160 mila sterline. Si è detta “felice”, ma solo per un momento. "Per me non è mai stata una questione di soldi," dice. Ora afferma di pensare al suo attuale fidanzato al quale non ha mai raccontato la verità. "Un giorno dovrò dirgli che non è lui il padre di mio figlio. Lo stesso poi dovrò fare col mio bambino. Come fai dire ai tuoi cari una cosa del genere?", si chiede.
