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Venti drammi che deve affrontare chi lavora in un call-center

Lavorare in un call-center è quasi l’anticamera dell’inferno. Ecco i venti drammi che si devono affrontare.
A cura di Andrea Passador
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Gli eroi dei nostri giorni non sono i condottieri greci, non sono i vari pelide Achille o gli Ettore dall'elmo lucente, bensì coloro che lavorano nei call-center. Sono costretti a dover attingere ogni giorno a tutte le loro risorse, a tutta la loro abnegazione per poterne uscire vivi. Ecco perciò qui elencate tutte le venti fatiche che i novelli Ulisse devono affrontare.

#1. Dopo aver passato tutto il giorno al telefono accendi lo smartphone e trovi trenta chiamate perse.

#2. Prima di trovare questo lavoro non avevi mai considerato quanto fosse faticoso parlare.

#3. Nel giro di due mesi sei costretto a imparare tutti i dialetti italiani.

#4. Hai sviluppato una doppia personalità: gentile quando chiami i clienti, furia omicida quando riattacchi.

#5. L'ira teutonica che ti assale quando un cliente sostiene la conversazione per venti minuti e poi ti butta giù.

#6. La fatica nel cercare di spiegare alle persone che il tuo lavoro non è rompere l'anima agli altri ma cercare di sopravvivere.

#7. Hai scoperto che esistono anche i crampi alla mandibola.

#8. Spendi metà stipendio, già esiguo, in tranquillanti.

#9. Continuare a telefonare mentalmente ad altri clienti prima di addormentarti.

#10. La quantità media di insulti che ricevi ogni giorno va dalle duemila alle sedicimila unità.

#11. Dover spiegare ai clienti che non stai chiamando dall'oltretomba quando hai mal di gola.

#12. Non capisci perché le persone continuano a sostenere che in occidente la schiavitù è stata eliminata.

#13. La tua schiena è ormai quella di un novantenne.

#14. Azzeccare la ciamata da un'ora giusto un minuto prima della fine del tuo turno.

#15. Sei più allenato a mantenere la calma che un monaco Shaolin.

#16. Renderti conto che la tua percentuale di chiamate di successo arriva se va bene all'uno per cento di quelle effettuate.

#17. La sedia della tua postazione ha oramai la forma delle tue natiche.

#18. Nelle istantanee pause tra una chiamata e l'altra devi bere, andare in bagno, starnutire e mangiare.

#19. Viene riversato su di te così tanto odio che dovrebbero darti il Nobel per la pace in quanto martire.

#20. Dover fingere di essere felice.

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