Va al centro commerciale con dei pantaloncini e una canottiera: la cacciano

Hannah Pewee è una ragazza di venti anni di Grand Rapids, Michigan, che qualche giorno fa ha scritto su Facebook un post che in poche ore è diventato virale. Nel momento in cui scriviamo sotto alle sue parole e a una sua foto Hannah ha ottenuto circa 15000 reazioni, 9000 condivisioni e oltre 650 commenti. Nel post Hannah si dice “arrabbiata” e spiega il perché: la giovane si trovava all’interno del centro commerciale Michigan Woodland Mall quando un rappresentante della sicurezza le ha chiesto di uscire perché a quanto pare il suo abbigliamento non era appropriato. Come si vede dalla foto che lei stessa ha pubblicato su Facebook la donna non indossava comunque niente di particolare: faceva molto caldo e così, come tantissime altre persone, era uscita di casa con una canottiera del cartone animato “Alla ricerca di Nemo” e dei pantaloncini. “A quanto pare una persona anonima mi ha segnalato alla security del centro commerciale per un abbigliamento inadeguato e sono stata fatta uscire. Non conta il fatto che nel raggio di un metro ci fossero un sacco di ragazze vestite proprio come me, perché ci sono trentadue gradi fuori. Sono così arrabbiata che sto tremando, mi sono sentita così imbarazzata che ho quasi pianto. Il tutto perché a uno sconosciuto non piaceva come ero vestita”, è quanto si legge nel post su Facebook. “Trattare le donne da sgualdrine per il loro abbigliamento è vergognoso e datato, ed è ora che finisca”, ha aggiunto la giovane.
Lo sfogo e le scuse del centro commerciale – Dopo il suo sfogo Hannah ha ricevuto tantissimi commenti di solidarietà e alla fine ha ricevuto, come scritto da lei stessa in un post successivo, una telefonata di scuse da parte del centro commerciale da cui era stata cacciata. Si sono scusati e le hanno promesso che avrebbero modificato il regolamento per essere il più chiari possibile sull’abbigliamento consentito. “Ci siamo scusati con la cliente e col pubblico per il modo in cui questa situazione è stata gestita. Abbiamo già parlato con lei e stiamo lavorando per fare giustizia. Ci sforziamo di creare un luogo piacevole e sicuro per lo shopping, ma in questo caso non ci siamo riusciti”, ha aggiunto il centro commerciale commentando con i media locali la vicenda della ragazza.