Va ad abitare nella casa della strage: “Sento voci tutta la notte, voglio andare via”
"Sento la gente piangere quando sono sotto la doccia". Una sensazione agghiacciante, forse una suggestione, certo, ma chi accetterebbe di vivere in una casa una volta appreso che proprio lì, fra quelle mura, anni prima, si è consumato un fatto terribile? Joanna Aeosana ha raccontato di essersi trasferita pochi mesi fa insieme alla sua famiglia in una casa apparentemente perfetta a West Valley City, nello stato dello Utah. Poi, i problemi. Voci terrificanti nel cuore della notte, strani avvenimenti, come l'improvvisa chiusura della porta del garage. Alcune ricerche, più per curiosità che per sospetto, rendono nota la tragica verità, finora tenuta ben nascosta da chi voleva affittare la casa: lì aveva vissuto la famiglia di Susan e Josh Powell.
La storia dei Powell risale al 2009, quando Josh denuncia la scomparsa della moglie, Susan. Nel 2012 a seguito di indagini l'uomo venne sospettato della sparizione della donna e, in preda ad un raptus di follia, diede fuoco alla casa restandovi all'interno con i suoi due figli e aprendo il gas. Un omicidio-suicidio che scosse l'America. Nel febbraio del 2013, circa un anno dopo la morte di Josh e dei suoi figli, il fratello di Josh Michael Powell si suicidò a Minneapolis. Le autorità dello Utah riferirono di ritenere Josh e Michael complici nell'omicidio di Susan Powell. "La casa è infestata dagli spiriti" spiega ora allarmata la donna che ha affittato l'appartamento nello Utah e che ha avviato un procedimento legale – piuttosto singolare visto l'evento "paranormale" a sostegno della sua tesi – per ritornare in possesso dei suoi soldi e sciogliere l'accordo di locazione.
