Usa, la cittadina pronta a passare dal carbone alla marijuana

Passare dal carbone alla marijuana? Domani la cittadina americana di Hotchkiss sta per prinunciarsi su questo quesito, con un esito che secondo i sondaggi parrebbe positivo. Il comune conta un migliaio di abitanti e per decenni ha vissuto sui proventi del carbone. Fonte d'energia, però, che negli ultimi tempi è in caduta libera, a differenza della marijuana, i cui proventi si stanno dimostrando un ottimo gettito per le casse pubbliche. La petizione chiede quindi di aprire negozi di cannabis, per rimpinguare gli incassi. Hotchhkiss potrebbe diventare apripista: il voto è stato fissato con una petizione chiesta da trentadue dei suoi cittadini. Un'iniziativa che potrebbe essere emulata da altri piccoli centri simili.

Il voto arriva in una città che si è dimostrata contraria alla legalizzazione votata dal Colorado nel 2012 – e alla successiva, nel 2014, apertura di punti vendita di marijuana a clienti dai 21 anni in su. A Hotchkiss l'amministrazione comunale è fermamente convinta che i cannabinoidi siano sinonimo di crimine e corruzione, e che possano portare scompiglio nella tranquilla vita cittadina. Nonostante questo, il comune deve fare i conti con miniere che hanno chiuso, e proventi della marijuana che crescono in tutto il Colorado: solo nel 2015 sono entrati 135 milioni nelle casse dello stato, dei quali 35 sono stati impiegati nel settore scolastico.

Tra chi ha lanciato il referendum locale c'è Mary Hockenbery, che ha trasformato un'ex chiesa in una galleria d'arte, "Church of Art". Mary ha lanciato la petizione in gennaio, dalla sua pagina Facebook. Sono arrivati centinaia di commenti di altre piccole cittadine come Silt o Parachute, sempre in Colorado, che hanno portato la testimonianza della loro esperienza di negozi di cannabis aperti; o al contrario di posti come Montrose (Delta County) dove si segnala che il Consiglio ha vietato i negozi e soffre di mancanza di fondi per aggiustare le strade o finanziare le scuole.