USA, insegnante uccide la figlia: problemi psichici aggravati dal lockdown
Naomi Bell, un'insegnante di biologia di 43 anni, ha sparato ai figli di 15 e 7 anni durante il lockdown: è accaduto negli Stati Uniti e – stando a quanto riportano i quotidiani USA – la donna soffriva di gravi disturbi mentali che sarebbero stati sensibilmente aggravati dall'isolamento durante la pandemia.
Secondo quanto raccontato dal quotidiano The Sun, il marito di Naomi Bell era al telefono con il figlio in un altro punto della città di Playmouth quando lei ha afferrato una pistola regolarmente detenuta e premuto il grilletto. Owen Bell ha dichiarato agli inquirenti di aver udito un orribile urlo, a seguito del quale è corso presso la loro casa per trovare la moglie ancora con l'arma in mano e i figli per terra. L’uomo ha subito disarmato l’insegnante e chiamato i soccorsi: lui e il terzo figlio sono rimasti feriti. Purtroppo solo il bimbo di 7 anni è riuscito a salvarsi e ora è ricoverato in condizioni gravissime all’Hartford Children’s Medical Hospital.
L'uomo ha riferito agli investigatori che sua moglie da tempo soffriva di depressione e altri disturbi mentali: “Naomi è davvero cambiata all’inizio della pandemia di Covid, la sua depressione e gli episodi psicotici sono peggiorati, spesso aveva pensieri assurdi e suicidi”, ha raccontato alla polizia Owen, stravolto per l’accaduto. In base alla sua testimonianza, la moglie soffriva anche di forti sbalzi d’umore, da qualche mese inoltre aveva anche provato a togliersi la vita con un coltello. Naomi Bell è ora in carcere e in attesa del giudizio del tribunale: rischia l’ergastolo, anche se i suoi avvocati sono al lavoro perché gli venga riconosciuta l'infermità mentale.