Uccisa e data alle fiamme nel 1931, il caso dell’omicidio di Evelyn Foster risolto dopo 86 anni
Dopo 86 anni, il cold case relativo all'orrendo omicidio di Evelyn Foster è stato risolto grazie a una scrittrice che, appassionatasi della storia, ha condotto delle serrate indagini per arrivare a trovare la soluzione del caso. "Il caso dell'omicidio di Evelyn Foster mi ha sempre affascinato. Trovata morente nella sua macchina in fiamme a 70 metri da casa, la donna cerco di raccontare qualche dettaglio prima di spirare, ma il caso non venne mai risolto. Così, dopo 86 anni, me ne sono occupata io", racconta la scrittrice di romanzi gialli Diane Janes. "Quando qualcuno muore, c'è un'indagine del coroner che viene depositata e secretata per 75 anni. Dopo di che, gli atti diventano consultabili al pubblico. Nel caso di Evelyn Foster ho letto gli atti e ascoltato le cassette delle testimonianze, ma immediatamente mi sono accorta che le prove raccolte erano caotiche e illogiche, quindi mi sono domandata perché gli inquirenti ebbero così fretta di chiudere il caso", prosegue la scrittrice.
Torniamo al 1931: il capo della polizia di Northumberland viene incaricato di seguire il caso della morte di Evelyn Foster. L'uomo non aveva alcuna esperienza in materia, era molto anziano e aveva una visione della vita piuttosto datata e antica e sarebbe andato in pensione di lì a un anno. Molti colleghi dichiararono fosse incompetente, ma l'inchiesta rimase nelle sue mani. In seguito, per i motivi che ho scoperto indagando, ho capito che condusse l'inchiesta in maniera raffazzonata perché non gli piaceva affatto Evelyn. Era il 1931 ed Evelyn aveva 28 anni e guidava un taxi e lavorava con il padre che era proprietario di una compagnia di autonoleggi. Il 5 gennaio del 1931 Evelyn, terminato il suo turno a Northumberland, venne fermata da un uomo sulla strada di casa. La sua macchina si era rotta e cercava un passaggio per continuare il suo viaggio a Newcastle. Evelyn gli spiegò che il bus che intendeva prendere per andare a Newscastle era passato 20 minuti prima, quindi si offrì di accompagnarlo perché si stava già dirigendo verso quella direzione. Questa divenne l'ultima corsa di Evelyn e qualche ora dopo venne trovata dai genitori nella sua auto in fiamme.
La macchina, distrutta dall'incendio, venne trova fuori strada sulla curva conosciuta con il nome di Wolf Nick's. Il corpo di Evelyn nel frattempo era scivolato poco fuori dall'auto, rotolato forse in seguito all'impatto. La donna era in condizioni drammatiche, il medico che accorse sul luogo dell'incidente per prestarle soccorso, avvertito dal padre, la trovo completamente ustionata. La ragazza era ancora viva e cercò di parlare, prima di morire, fornendo l'identikit del suo aggressore. "Era alto circa un metro e settanta, aveva un cappotto e un cappello "bowler". Mi ha colpito, ha preso il controllo dell'auto, mi ha gettata dietro e ha interferito su di me, disse. Nessuno capì mai cosa Evelyn intendeva con la parola "interferire". La madre pensò che l'uomo l'avesse stuprata, ma non vennero mai trovati traumi o tracce di sperma sul corpo della vittima.
Il capo della polizia, quindi, si convinse del fatto che Evelyn avesse mentito. All'epoca, inoltre, le donne dell'età di Evelyn non ancora sposate erano considerato "isteriche" o comunque delle poco di buono. L'uomo ipotizzò anche che la donna avesse tentato una truffa, finita poi in tragedia. I funzionari della polizia indagarono e raccolsero centinaia di testimonianze, ma nessuno dichiarò mai di aver visto l'aggressore in faccia. Il capo della polizia, quindi, decise che il fatto non era mai accaduto e chiuse il caso.
"Quando ho iniziato ad indagare, con il tempo sono emersi ulteriori dettagli. Ho viaggiato e ricostruito la storia passo passo, fino a giungere alla soluzione", racconta Diane.
Riuscii a scoprire l'ora esatta in cui l'accusato sarebbe uscito dal pub per aspettare Evelyn in strada e capii che la ragazza raccontò la verità. Il capo della polizia decise di chiudere il caso perché aveva sviluppato un irrazionale odio per la vittima, accusando la povera donna di ogni nefandezza. E così, quando mi sono imbattuta nella prova fondamentale dell'omicidio che per 86 anni era stata ignorata, ho capito tutto: qualcuno aveva infatti riferito di aver incontrato un gentiluomo che corrispondeva alla descrizione fornita da Evelyn. Aveva visto il volto di questo uomo pubblicato su un giornale : era stato accusato e condannato a quattro anni per un precedente stupro. Venne fuori che era vestito proprio come da descrizione di Evelyn e che era solito fermare persone per strada fingendo di avere la macchina rotta. L'uomo era un soldato che era stato buttato fuori dall'esercito dopo la condanna. Non ci sono impronte digitali, nessun DNA, ma sono convinta di aver trovato la soluzione. In tempi recenti un poliziotto mi ha detto: ‘Non abbiamo trovato una sola cosa per dimostrare quello che ha detto, ma non abbiamo trovato neppure qualcosa da smentire'. Per me era chiaro che le indagini vennero condotte in fretta e furia perché volevano proteggerlo. Spero Evelyn ottenga giustizia".