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Uccideva e torturava per gioco, la madre: “A 14 anni piangeva se calpestava un bruco”

Dal racconto dei genitori della serial killer inglese Joanna Dennehy emerge un’infanzia fortemente in contrasto con il personaggio agghiacciante della loro figlia.
A cura di A. P.
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"La ragazza che ha ucciso quelle persone non è più mia figlia, mia figlia è quell'adolescente che a 14 anni piangeva se calpestava un bruco e non era in grado di fare del male nemmeno a una mosca", è un ritratto sorprendete e quanto di più lontano dalle cronache quello fatto dalla madre di Joanna Dennehy, una ragazza inglese arrestata e condannata come serial killer di uomini che si divertiva a uccidere e seviziare solo per gioco. Rinnegando la figlia nella prima intervista dopo quanto è emerso dalle cronache, la madre della 31enne non ha esitato a commentare: "È un mondo migliore senza di lei perché se libera avrebbe ucciso di nuovo".

I genitori della donna, Kate e Kevin Dennehy, vogliono ricordarla così come l'hanno cresciuta fino all'adolescenza, quando è andata via di casa senza farvi più ritorno. Da loro racconto dell'infanzia di Joanna Dennehy emerge infatti un quadro sorprendente in contrasto con il personaggio agghiacciante della loro figlia. "Era solo una ragazza felice e molto sensibile, se trovava un bruco o qualche altro animale morto  piangeva e aveva l'abitudine di raccogliere molti animali in difficoltà, era una ragazza d'amore" spiegano, aggiungendo: "Quando andava a scuola ha sempre avuto una buona condotta e non abbiamo mai dovuto andare in classe per i suoi comportamenti, era gentile con tutti". Ora però "per noi lei non esiste più perché ha distrutto la vita di molte persone e non vorremo avere mai più niente a che fare con lei, perché lei non è la nostra Jo", hanno concluso i coniugi.

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