Uccide una giraffa e pubblica le foto: bufera social, cacciatrice insultata e minacciata
Tess Talley Thompson. Si chiama così la cacciatrice americana che, a causa di alcune foto postate sui social, è finita nella bufera ed è stata, proprio per quelle foto che la ritraggono sorridente vicino al corpo senza vita di una giraffa che lei stessa ha ucciso, vittima di insulti e minacce. In realtà le foto della cacciatrice accanto alla giraffa risalgono a circa un anno fa, ma stanno facendo discutere in queste ore dopo che l’account di Africa Digest le ha condivise su Twitter insieme a una dura didascalia. La donna viene descritta come “una selvaggia bianca americana, antenata di Neanderthal”, che ha abbattuto un esemplare rarissimo di giraffa nera, “per gentil concessione della stupidità del Sudafrica”. Nella didascalia si parla di “stupidità” del Paese perché comunque lì quel tipo di attività è legale. Lei si è difesa parlando a Fox News e dicendo che la sua caccia è necessaria alla conservazione della specie: “Il numero di queste giraffe è in aumento a causa, in parte, degli sforzi dei cacciatori”.
La cacciatrice ha anche detto l'esemplare a cui aveva sparato aveva 18 anni, un'età troppo avanzata per riprodursi, senza recare quindi alcun danno alla specie. E anche se lei stessa nel suo post originale su Facebook (poi rimosso) aveva parlato di una giraffa “rara”, ha poi spiegato che non si trattava di una razza rara e il colore scuro derivava dal fatto che era molto vecchia. “Le mie preghiere sono state ascoltate – aveva scritto un anno fa Tess Thompson su Facebook condividendo le foto – il sogno di una vita è diventato realtà oggi”. “Ho visto questo raro esemplare di giraffa nera, l'ho seguito per un po'. Lo sapevo che sarebbe stata la volta buona. Ha più di 18 anni”.
Nel mezzo della bufera social si è espressa anche un'esperta di giraffe, Julian Fennessy, cofondatrice di un centro specializzato nella cura di questo animale: “La giraffa nella foto appartiene a una specie sudafricana e non fa parte degli esemplari rari, anzi il loro numero in cattività sta aumentando”, ha spiegato. “La caccia legale non rientra tra i motivi del loro declino. Il problema morale ed etico è un'altra questione”, ha quindi aggiunto.