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Uccide neonata scagliandola per tre volte sul marciapiede: condannato a 65 anni

Il procuratore aveva chiesto l’ergastolo, ma il ragazzo ha deciso di patteggiare la pena.
A cura di C. M.
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Foto da Facebook
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Una bambina di cinque settimane appena, affidata all'amato fidanzatino di 22 anni, che l'ha uccisa. La vicenda è accaduta nell'Indiana, in Usa, protagonisti due ragazzi poco più che maggiorenni: Dalton Davis, 22 anni, e Courtney Lloys, mamma della piccola Lillian Grace. Il giorno della tragedia la coppia aveva avuto una discussione, ma Courtney mai si sarebbe immaginata che il proprio compagno potesse anche solo pensare di vendicarsi sulla piccola Lillian. Dopo la lite, in piena notte, Dalton uscì a fumare una sigaretta fuori casa, prendendo con sé la bimba di sole 5 settimane. Improvvisamente, il ragazzo ha deciso di sfogare l'ira repressa sulla neonata, prendendola per le gambe e sbattendola violentemente contro il marciapiede per ben tre volte. Tornato a casa, ha messo la bambina nel letto, facendo finta non fosse accaduto nulla. Poco dopo Courtney, che in quel lasso di tempo era rimasta a casa a dormire, si è svegliata e si è diretta vicino alla culla della piccola per controllarla, accorgendosi che la bambina non respirava e non rispondeva più agli stimoli. Allertati immediatamente i soccorsi, Lillian è stata trasportata d'urgenza in ospedale, dove però è giunta già morta.

Interpellato, Davis, che aveva tenuto con sé la piccola negli ultimi minuti di vita, ha dapprima dichiarato che la bambina stava bene e quindi sarebbe morta solo dopo essere stata messa a letto, poi ha in seguito raccontato che la piccola sarebbe scivolata dalle sue braccia, involontariamente. Le lesioni riscontrate sul cadavere della bambina, però, risultavano incompatibili con il racconto fornito da Davis, che alla fine è crollato e ha ammesso l'omicidio. L'autopsia condotta su Lillian aveva infatti evidenziato un grave trauma alla testa, frattura del cranio e lividi sul petto, schiena e viso.  Il ragazzo è stato accusato di omicidio: il procuratore Wes Schemenaur aveva chiesto l'ergastolo, impossibile da infliggere perché il ragazzo ha subito richiesto il patteggiamento. La Corte ha comunque deciso di condannarlo a 65 anni di carcere, 55 dei quali senza sconto di pena.

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