Uccide la propria figlia con 15 pugni in faccia: rischia 40 anni di galera
Voleva solo far smettere di piangere sua figlia, ma l'ha uccisa. I pianti e i gridolini emessi dalla bimba l'hanno disturbato a tal punto da portarlo ad ammazzarla a suon di pugni. Emersyn, di soli 4 mesi, è morta per mano del proprio papà, Cory Morris, di 21 anni. Era rimasta sola in casa con lui, mentre mamma Jennifer era a lavoro. Mai avrebbe potuto immaginare che al suo ritorno non avrebbe più trovato viva la figlia. Improvvisamente la bimba ha iniziato a piangere mentre Cory era impegnato a guardare la televisione. Passano i minuti, ma la piccola continua a emettere quei fastidiosi suoni, irritandolo. A un certo punto, decide di prenderla in braccio e adagiarla sul fasciatoio, poi la furia cieca: la colpisce con il pugno chiuso, 15 volte in faccia e altre 7 volte sul petto, uccidendola. Subito dopo, preso dal rimorso, ha chiamato la polizia per costituirsi, dichiarando di averla picchiata per calmarla.
Quando la polizia è giunta sul luogo della tragedia, ha trovato Cory con la maglietta sporca di sangue e la piccola Emersyn sdraiata sul fasciatoio, priva di sensi. Inutili i tentativi di soccorso, nonostante i medici abbiano effettuato subito un massaggio cardiaco in ambulanza, la bambina è giunta in ospedale già morta, con il volto gonfio e livido e i segni delle ferite sul petto. La compagna Jennifer ha in seguito dichiarato agli inquirenti di aver provato a contattare Cory al telefono, ma il ragazzo non ha risposto fino al pomeriggio, intorno alle 16.45, quando le ha comunicato che stava entrando in galera, arrestato per aver ucciso la loro figlia a suon di pugni in faccia. I media locali riferiscono che Cory ha dichiarato alla polizia di essere schizofrenico e la madre ha sostenuto che da tempo fosse malato e soffrisse di ansia e depressione, ma che mai avrebbe pensato potesse far male alla propria figlia. Cory rimarrà in carcere, la cauzione è fissata a 22 milioni di euro. In caso di condanna, rischia fino a 40 di carcere.