Uccide la figlia di 5 anni e tenta di ammazzare il suocero: nella foto segnaletica sorride
Ha ucciso la sua piccola Giovanna, la figlioletta di cinque anni che su Facebook definiva amorevolmente "il mio pulcino", con una lunga serie di coltellate, finendola con brutali mutilazioni, durante una tranquilla cena di famiglia. Pochi minuti dopo ha cercato di ammazzare anche il proprio suocero, intervenuto per bloccare la donna in preda alla follia, accoltellandolo più volte e inseguendolo con un'arma da fuoco mentre l'uomo fuggiva terrorizzato dalla casa. Arrestata poche ore dopo, grazie ad alcuni vicini di casa che hanno assistito alla furiosa lite con il suocero e dato immediatamente l'allarme, la 24enne Krystle Villanueva è stata trovata nella propria casa intenta a fare una doccia, come se nulla fosse, mentre il corpicino ormai privo di vita della figlio Giovanna Larae Hernandez giaceva nella sua camera da letto.
La donna, attualmente detenuta su cauzione da 1,1 milioni di dollari, in passato aveva avuto alcuni piccoli guai con la giustizia e problemi di alcool e droga, che sembravano ormai essere stati superati dopo un lungo periodo di riabilitazione terminato nel 2015. Una rehab che però, a detta di molti amici, non aveva sortito gli effetti sperati, riportando in breve tempo la donna a una ricaduta. Ricaduta che, molto probabilmente, anche se le indagini stanno ancora cercando di far luce sulla vicenda, lo scorso 5 gennaio l'ha portata ad ammazzare "il suo pulcino", all'improvviso, durante un pranzo con il suocero Eustorgio Arellano-Uresti.
Senza alcuna motivazione, la donna ha tirato fuori un coltello dalla camera da letto e ha iniziato a colpire la bimba, ripetutamente. Intervenuto per bloccarla, Eustorgio è stato respinto con violenza dalla 24enne, che l'ha accoltellato e in seguito minacciato con una pistola. La donna, che rischia l'ergastolo, se non addirittura una condanna a morte, trasportata in caserma dagli agenti che hanno effettuato l'arresto, al momento delle rituali foto segnaletiche, si è fatta ritrarre dai poliziotti con un beffardo sorriso stampato in faccia, come se nulla fosse successo solo poche ore prima.