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Testicoli inchiodati a Mosca, ora l'”artista” rischia il carcere

Pyotr Pavlensky si era inchiodato lo scroto sulla Piazza Rossa, davanti al Mausoleo di Lenin. La polizia russa ha aperto un procedimento penale per “teppismo”. Reato che, in questo caso, potrebbe costargli fino a cinque anni di detenzione.
A cura di B. C.
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Divieto di espatrio e obbligo di firma per Pyotr Pavlensky, l'artista russo che si è inchiodato i genitali a terra sulla Piazza Rossa a Mosca per protestare contro Putin e, più precisamente, contro quella che ha definito la "trasformazione della Russia in uno stato di polizia". L'uomo ora è indagato per "teppismo" ha fatto sapere il ministero dell'Interno. Reato che potrebbe costargli fino a cinque anni di galera. Pavlensky ora si trova ai domiciliari. Era l'11 novembre, "giorno del poliziotto",  quando il 29enne di San Pietroburgo ha trascorso un'ora e mezza nudo, sotto le mura del Cremlino, di fronte al mausoleo di Lenin, con lo scroto inchiodato al ciottolato della piazza. Trasportato in ospedale, e quindi al commissariato di polizia, nei suoi confronti è stata chiesto di procedere con l'accusa di "vandalismo minore» (che prevede una pena, che va dalla sanzione amministrativa, a 15 giorni di detenzione). Ma secondo il tribunale il gesto di Pavlensky non legittimava l'apertura di un procedimento penale. L'artista però rischia, dal momento che non è nuovo a dimostrazioni simili. Nel 2012 si era cucito le labbra in un gesto di sostegno delle ragazze del gruppo Pussy Riot, mentre a maggio era stato arrestato, dopo essersi arrotolo fil di ferro intorno al suo corpo, nudo all'esterno dall'Assemblea legislativa di San Pietroburgo.

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