Stuprata a 14 anni, denuncia: “Lo stupratore ora può vedere il figlio nato dalla violenza”
"Mi dicono che anche lui ha i suoi diritti. Ma i miei diritti umani? E i diritti umani dei nostri figli e il nostro diritto a tenere al sicuro i nostri figli?" così la 23enne britannica Sammy Woodhouse, ha denunciato pubblicamente attraverso i media inglesi il rischio a cui va incontro a causa delle leggi locali: potrebbe dover concedere al suo stupratore di vedere il figlioletto frutto proprio di quella violenza sessuale. La giovane è stata stuprata quando aveva solo 14 anni ed era rimasta incinta. Aveva portato a termine la gravidanza amando e crescendo da sola il piccolo mentre lo stupratore veniva arrestato, condannato e imprigionato. Ora però l'uomo è stato convocato dalle autorità locali per chiedergli se voleva occuparsi del piccolo che non ha mai visto.
Arshid Hussein, condannato a 35 anni di galera nel 2016 dopo essere stato identificato come uno dei tre fratelli dietro gli abusi sessuale di più di 50 ragazze, in realtà non ha fatto alcuna richiesta di rivedere il figlio, ma è il Children’s Acxt del 1989 a permetterglielo: se volesse, potrebbe chiedere di partecipare alla vita di suo figlio senza che la mamma possa opporsi. Sammy Woodhouse ha dichiarato alla BBC di essere rimasta "scioccata" quando è stata informata che i servivi sociali avevano contattato l'uomo per chiedergli se voleva occuparsi del figlio. "Lui è un pericolo per me, per mio figlio e per gli altri bambini" ha dichiarato la 23enne esortando il governo "a cambiare la legge per garantire che gli stupratori non possano accedere ai bambini concepiti attraverso lo stupro". “Sono assolutamente scioccata, quando è stato condannato a 35 anni di carcere lo scorso anno ho creduto di poter ricominciare a vivere. Eppure eccomi qui, 12 mesi dopo, consapevole che in qualsiasi momento possa attraversare quella porta” ha sottolineato la donna, concludendo: "Questo è ciò che sta accadendo in tutto il paese e deve fermarsi. Gli hanno consegnato un invito a ri-traumatizzare la sua vittima. Nessun uomo che abbia generato un figlio con l’abuso o lo stupro dovrebbe avere il diritto di richiedere diritti di custodia o di visita”