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Sospettato di essere un ladro, 13enne viene legato ad un palo e torturato

Il terrificante linciaggio a cui è stato sottoposto il giovane Samiul Alam Rajon in Bangladesh. I genitori sono convinti che dietro la sua efferata uccisione si nasconda in realtà una storia di pedofilia.
A cura di B. C.
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Su Internet da alcune ore sta girando un video dai contenuti terrificanti. Mostra infatti l’efferata violenza nei confronti di un ragazzino di 13 anni: legato ad un palo, brutalmente torturato per ore e poi lasciato agonizzante per strada. Il giovane era sospettato per un sospetto furto. Il filmato, le cui immagini sono visualizzabili sul nostro portale Youmedia, ha creato non poche polemiche in Bangladesh. L’ondata di sdegno ha però portato la polizia a muoversi per catturare i responsabili. Il video amatoriale integrale dura oltre una decina di minuti. E’ lo scorso 8 luglio: si vede chiaramente un gruppo di uomini che prende di mira il piccolo Samiul Alam Rajon in una stazione dei bus di Sylhet, nel nord est del Paese asiatico. Il 13enne è molto spaventato, chiede pietà ma i suoi aguzzini, tra risate e sberleffi, lo percuotono con un bastone anche quando cade a terra. Alla violenza avrebbero assistito diversi passanti, nessuno di loro è però intervenuto in soccorso del ragazzo.

Rajon verrà poi rinvenute cadavere. Secondo l’autopsia, ad ucciderlo è stata una emorragia cerebrale e le oltre 60 contusioni trovate sul corpo.  Il brutale omicidio ha generato una grande clamore sui social (in particolare su Twitter con l’hashtag #JusticeforRajon) e anche proteste in piazza per chiedere di punire gli aggressori, compreso l’autore del filmato. Per adesso le autorità hanno fermato cui un certo Muhit Alam, 22 anni, coinvolto nel linciaggio e suo fratello, catturato in Arabia Saudita dove era scappato all’indomani del massacro di Rajon. I suoi genitori sono convinti che la storia del furto sia stata architettata dal gruppo di balordi per occultare in realtà un episodio di pedofilia. Si sospetta che uno degli aggressori, Moyna Mia, abbia accusato falsamente il ragazzo di aver rubato un risciò a motore dopo che quest’ultimo si era opposto alle sue richieste sessuali.

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