Sopravvissuto all’Olocausto, dopo 70 anni riabbraccia la donna che lo salvò nascondendolo
Michael Hochberg aveva quattro anni quando nel 1943 le leggi razziali imposte dai nazisti in Polonia costrinsero la famiglia a vivere nel ghetto di Varsavia insieme con centinaia di altre famiglie ebraiche. A salvarlo da morte certa arrivò una coraggiosa famiglia polacca che lo prese nascondendolo nella loro casa per più di due anni dopo che il piccolo era stato letteralmente lanciato al di là del muro del ghetto. Quando la guerra finì le loro strade si divisero: Hochberg fu affidato ad alcuni parenti sopravvissuti anche loro all'Olocausto ed emigrò con loro ad Haifa in Israele. Ora, ad oltre 70 anni di distanza,Hochberg, che oggi è 76enne padre di tre figli, ha potuto finalmente riabbracciare una delle sue salvatrici, la donna che si finse sua sorella maggiore per due anni: Krystyna Jakubowska, di 86 anni. La famiglia Jakubowska infatti finse per tutto il tempo che il piccolo Michael era un loro figlio adottivo preso dopo la morte di alcuni parenti lontani.
Un rischio non di poco conto per i componenti della famiglia Jakubowska che se fossero stati scoperti sarebbero stati anche loro deportati nei campi di di concentramento nazisti. La loro impresa però fortunatamente riuscì e a Michael Hochberg fu risparmiato il campo di sterminio e la terribile vita nel ghetto. Per questo l'uomo non ha mai dimenticato quella famiglia e ha voluto incontrare a tutti i costi l'unico membro ancora in vita: la "sorella maggiore" Krystyna di 86 anni. I due si sono riabbracciati all’aeroporto John F. Kennedy di New York grazie all’aiuto fondamentale nelle ricerche della Jewish Foundation for the Righteoused.