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Si chiama “Dio” e l’agenzia di credito non gli concede il prestito

Un ventisettenne di origine russa ma residente a New York si è visto negare un prestito perché il funzionario non pensava si potesse chiamare davvero “God”. Il tribunale di Brooklyn si è dovuto esprimere sulla vicenda.
A cura di Redazione
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God Gazarov.
God Gazarov.

Erano di fronte a Dio, ma non credevano fosse possibile. Non è un frammento della Bibbia, ma la storia molto prosaica di un giovane, God Gazarov, che a New York voleva comprare un'auto di lusso, ma che dovette desistere perché l'agenzia di credito, in ragione del suo nome, non aveva voluto concedergli il prestito. Infatti "God", laddove si sono svolti i fatti, significa Dio e il funzionario dell'Equifax, l'agenzia creditizia, dichiarò, secondo l'accusa, di non poter concedere il prestito "perché non in grado di elaborare il suo nome come Dio". Il rifiuto, probabilmente, fu la reazione di un impiegato che non credeva che quello fosse il vero nome del potenziale cliente. Insomma, Equifax non pensava di trovarsi di fronte a "Dio".

E' seguita una causa che si è chiusa in settimana con la sentenza pronunciata dal giudice di Brooklyn Ramon Reyes, che ha condannato l'agenzia al pagamento di un risarcimento il cui importo è noto solo alle parti. God esiste e deve essere pagato, perché, desiderando nel 2013 una Infiniti, ma non vedendosi concesso il prestito, dovette ripiegare su una Honda accendendo un prestito più oneroso di quello che invece avrebbe praticato l'Equifax. Che adesso paga.

God Gazarov si è detto soddisfatto dalla sentenza. Il giovane – che ha 27 anni ed è imprenditore – ha spiegato che il suo nome in realtà non è così raro nel suo paese d'origine, la Russia. Il suo, dunque, potrebbe essere un precedente utile agli altri "dei" provenienti dall'Est. Tuttavia, God ha spiegato di essersi ormai abituato all'ambivalenza del proprio nome, dato che vi ha dovuto fare i conti dai tempi della scuola. Il preside della scuola media lo accolse con l'esclamazione comune "oh mio Dio, eccolo!". Un'altra volta un poliziotto fermò la sua vettura perché i vetri erano stati oscurati più del dovuto. Quando l'agente vide la patente, gli disse "wow, sei Dio". Rinunciò a fargli la multa tentando di guadagnarsi il paradiso: "Prega per noi" – gli disse – e lo lasciò andare.

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