video suggerito
video suggerito

Segregata in casa per 16 anni dopo esser rimasta incinta: viveva nelle sue stesse feci

Maria Lúcia de Almeida Braga, brasiliana, è stata rinchiusa in quella stanza di 3x3m per buona parte della sua vita. Quando il suo bambino nacque, suo padre e suo fratello lo diedero subito via e la costrinsero a vivere come un animale. Nelle scorse settimana la scioccante storia è venuta alla luce…
A cura di B. C.
362 CONDIVISIONI
Immagine

Il suo inferno è iniziato a 20 anni, subito dopo essere rimasta incinta. Per sedici lunghissimi anni Maria Lucia de Almeida Braga è stata segregata in casa dai suoi familiari, a Uruburetama, comune brasiliano nello Stato del Ceará, e solo recentemente è stata liberata da quel tugurio nel quale ha trascorso metà della sua vita: una stanza larga appena 3x3m, senza il wc (la donna era costretta a fare i propri bisogni per terra), senza elettricità, con l’unica luce che arrivava dalla finestra, che però aveva delle imposte tenute chiuse per gran parte del tempo. Maria Lúcia era sempre nuda. Due volte al giorno i suoi ‘carcerieri’ le portavano da mangiare.

La sua prigionia è terminata lo scorso 9 marzo, ma i media brasiliani ne hanno notizia solo nei giorni scorsi con l’arresto del fratello. L’uomo, che ha 48 anni, è stato arrestato per sequestro di persona e maltrattamenti. Pene per le quali il massimo della condanna che potrà scontare è di otto anni di carcere. Oltre al fratello, responsabile del sequestro è il padre, che però è stato colpito da un ictus e per questo non è perseguibile penalmente. Sembra che la madre non avesse mai approvato il trattamento al quale era costretta la figlia. L’avvocato di Maria Lúcia, Harley Filho, ha detto al giornale Globo: “Lei è rimasta incinta e per la vergogna il padre ha scelto di imprigionarla. Ha partorito e suo figlio è stato consegnato a terzi”.

La polizia sostiene di aver saputo della drammatica storia di Maria Lucia tramite una soffiata dei vicini Un portavoce della polizia ha spiegato che quando sono entrati in quella stanza, “molto fetida, umida e molto sporca”, la donna, che oggi ha 36 anni,  sia corsa verso gli agenti, i quali per entrare nell’improvvisata prigione hanno dovuto rompere diversi lucchetti. Il posto era molto isolato, ha spiegato la polizia “Non importa quanto forte abbia urlato, lei non sarebbe stata mai sentita”. L’agenteha detto: “Era molto magra, ma lei sta già recuperando un peso normale. Parla con difficoltà, ma sta cominciando a scrivere”. Suo figlio oggi ha 15 anni ed è stato già identificato. Presto potrà riabbracciare quella madre biologica che non ha mai conosciuto.

362 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views