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Scambiano infezione letale per una banale tonsillite: bambino di 3 anni perde gambe e dita

La diagnosi sbagliata ha permesso all’infezione di estendersi, causando gravi complicazioni al piccolo, che ha rischiato di morire.
A cura di C. M.
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Tutto comincia nel luglio 2015 quando Reuben Harvey-Smith, bambino di due anni, giocando in casa si fa male e viene subito portato all'ospedale di Ipswich dai genitori per un controllo e delle medicazioni. Oltre alla piccola ferita, subito dopo il piccolo incidente domestico Reuben aveva iniziato a lamentare anche febbre e mal di gola, ma per medici si trattava di una semplice tonsillite e null'altro. Dunque, prescritti al piccolo degli antibiotici per combattere l'infezione alla gola e lo dimettono. Il giorno dopo, però, nonostante la cura qualcosa non va: il piccolo inizia a stare sempre peggio e si ritrova a combattere tra la vita e la morte. Reuben non aveva affatto una tonsillite, i medici avevano completamente sbagliato diagnosi, ma era affetto da una grave infezione che lo stava uccidendo.

Solo in un secondo momento, infatti, i dottori che lo avevano avuto in cura si sono accorti di trovarsi davanti a un caso di "sindrome da choc tossico", scatenata da alcuni batteri che entrando nella ferita che il piccolo si era procurato pochi giorni prima, avevano rapidamente infettato il corpicino del bambino portandolo a dover subire l'amputazione di entrambe le gambe e di sette dita delle mani a causa delle gravi complicazioni che nel giro di poche ore la sindrome da choc tossico aveva causato. In seguito l'ospedale ha ammesso che le amputazioni avrebbero potuto essere evitate se la diagnosi iniziale non fosse stata sbagliata dai medici in turno all'ospedale. Ora Reuben Harvey-Smith ha 3 anni e si ritrova privo di gambe e con solo tre dita delle mani a causa di un errore commesso da chi avrebbe dovuto salvargli la vita e curarlo tempestivamente, ma nonostante la tragedia che lo ha colpito continua a vivere e sorridere, ha raccontato mamma Louise a un quotidiano locale.

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