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Romania: pronta la legge per sterminare i cani randagi

Il parlamento rumeno potrebbe varare una legge che permetterebbe ai sindaci di uccidere tranquillamente i cani randagi. Save the dogs ha denunciato il provvedimento e ha annunciato battaglia.
A cura di Alfonso Biondi
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Cani randagi

I cani randagi in Romania hanno vita molto difficile, ma rischieranno anche di non averne più una. Due settimane fa, infatti, era passata in commissione parlamentare, quasi con l'unanimità dei voti, una proposta di legge riguardante i cani randagi: la proposta, non ancora divenuta legge, abolirebbe la precedente legge del 2008 che garantiva loro protezione. In pratica i sindaci potrebbero decidere in piena autonomia cosa fare dei randagi che bazzicano per il loro territorio: potranno rinchiuderli in canili, avviare progetti di sterilizzazioni e rilascio sul territorio, potranno perfino ucciderli.

A denunciare la discutibile proposta di legge è Save the dogs, l'associazione fondata da Sara Turetta che nasce per dare una risposta alla tragica emergenza che coinvolge i cani randagi in Romania. In Romania il problema del randagismo è un problema molto serio: nonostante infatti una legge del 2008 tuteli gli animali, ogni anno centinaia di migliaia di animali vengono sterminati dalle autorità nell'indifferenza generale.

L'associazione di Sara Turetta, che venerdì ha rilasciato un'intervista sulla faccenda a Striscia la notizia, ha anche denunciato alcuni punti troppo ambigui della nuova legge come il divieto per le associazioni di verificare le attività degli accalappiacani o la gestione dei canili e le moltissime restrizioni per chi intende adottare o tenere un cane in casa. Se si pensa che i cani randagi in Romania sono circa 2 milioni, si può ben comprendere la gravità del problema.

Save the dogs nei giorni scorsi aveva lanciato una grande mobilitazione per opporsi a questa legge, che anche molte ONG romene giudicano incostituzionale. L'appello è stato subito colto da un gran numero di attivisti provenienti da tutta l'Europa che, assieme ai rumeni, hanno manifestato con forza contro il provvedimento. Tra i manifestanti anche l'attrice Monica Davidescu e la giornalista Cristina Topescu. Il polverone che si è alzato non ha lasciato indifferente il Parlamento che ha rinunciato a pronunciarsi sulla legge nei tempi stabiliti e che ora sta prendendo tempo. Una battaglia è stata vinta, ma la guerra certamente non finisce qui.
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