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Reddito minimo di base: in Olanda 900 euro per tutti

L’idea arriva da Utrecht, cittadina di 300 mila abitanti. Saranno erogati assegni solo ad un gruppo di beneficiari, che avranno così la possibilità di “trovare un lavoro con tutta comodità”, spiegano i proponenti. Il timore però è che qualcuno possa interpretarlo come un contributo che alimenti la schiera dei nullafacenti.
A cura di B. C.
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Ad Utrecht, cittadina olandese, con oltre 300mila abitanti, e in altri 19 piccoli comuni dell’area, il reddito minimo garantito potrebbe diventare presto realtà. Stando a quanto riportato dal Guardian, l’idea è inizialmente quella di assicurare assegni da 660 sterline al mese, circa 900 euro, ad un piccolo gruppo di destinatari. Il programma ha lo scopo di consentire ai beneficiari di questo ‘stato di assistenza’ di evitare la “trappola della povertà, nella quale rischierebbero di perdere i loro benefici assistenziali, ritrovandosi in una situazione anche finanziariamente peggiore se guadagnassero un reddito grazie all'occupazione”, spiega Nienke Horst, consulente politico di alto livello per la leadership Liberal Democratico di Utrecht. Il target del programma, riporta il Guardian, è il cosiddetto ‘lavoratore da porta girevole’ "che spesso si ritrova impegnato in posti di lavoro non adatti a sè ai quali è costretto dal sistema di welfare dello stato. I politici sperano che un reddito di base permetterà a queste persone la sicurezza di cercare un posto di lavoro  a lungo termine che più si confà alle loro capacità”.

Non è un contributo per i nullafacenti!

Gli autori del programma però precisano che l’iniziativa non va confusa con un “basic income”, che potrebbe portare l’opinione pubblica ad interpretarlo come un “contributo a pioggia che infoltisce la schiera dei nullafacenti” ha dichiarato Heleen de Boer, assessore del Green Party di Utrecht. Il progetto di Utrecht è, come detto, di  promuovere il piano solo per piccoli gruppi; a seconda dei risultati, si deciderà se estendere il piano a tutti. Se da una parte, c’è chi considera l’idea di un assegno mensile garantito dallo Stato come un beneficio per chi non ha voglia di lavorare, dall’altra c’è chi è convinto che il contributo permetterà ai beneficiari di poter meglio valutare le varie possibilità professionali e così avere una maggiore soddisfazione che significa maggiore produttività per le aziende.

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