Rapita col marito in Afghanistan, rivela: “Mi ha violentata durante la prigionia”
"Avevo più paura di lui che dei rapitori", così Caitlan Coleman ha rivelato una scioccante verità sulla sua prigionia in Afghanistan dove era stata rapita dai talebani insieme al marito Joshua Boylee e tenuta in ostaggio per cinque lunghi anni prima della liberazione. La donna statunitense infatti ha raccontato che il marito l'ha continuamente violentata durante la loro prigionia costringendola ad avere bene tre figli durante la permanenza forzata nel Paese. Lei e suo marito ufficialmente erano andati nella regione per una vacanza quando sono stati rapiti da una banda nel 2012 e consegnati ai talebani che li hanno tenuti in ostaggio sui monti dell'Afghanistan per cinque lunghi anni fino alla liberazione nel 2017.
Dopo il ritorno in patria insieme ai tre nuovi nati, però, la signora Caitlan Coleman ha accusato il marito di essere un simpatizzante talebano che era andato in zona proprio con lo scopo di contattare i combattenti islamici locali e di averla ridotta in schiavitù durante la loro prigionia. Secondo la donna il marito avrebbe cambiato completamente volto durante la prigionia diventando nei suoi confronti molto più violento degli stessi rapitori. "Prima della prigionia, volevo avere una famiglia con Josh, ma durante la prigionia non mi ha consentito di scegliere se avere o meno dei figli, io non volevo che i piccoli nascessero lì e subissero tutto quello ma lui mi ha costretto" ha rivelato ora in una intervista alla Abc. La dona dice che lei non si è opposta fisicamente ma che lui ormai non rispettava in alcun modo i suoi no. "Lui credeva che i talebani fossero travisati in Occidente e che col viaggio poteva ottenere la verità" ha rivelato ancora la donna, aggiungendo: "Ho scoperto che non era così che loro sono i peggiori a parte mio marito". Così avrebbero incontrato le persone che poi li hanno rapiti. Per queste accuse ora l'uomo è sotto processo a Ottawa, in Canada, dove si è rifugiato dopo la liberazione.