Ramadan, arriva il digiuno dai social network
Il Ramadan non è solamente un periodo di digiuno e preghiera bensì anche un mese in cui si passa più tempo a leggere il Corano e a riflettere sulla famiglia. È in questo spirito che Saud Inam ha deciso di astenersi dall’uso dei social network. “Ho voluto assicurarmi che in questo Ramadan non avrei avuto nessuna distrazione”, ha dichiarato all’Huffington Post. Il presidente della Lega degli studiosi di sharia del Consiglio di cooperazione del Golfo, Ujayl al-Neshmi, pensa che chattare attraverso i social network con altre persone dello stesso sesso durante il Ramadan “non porti a nulla di buono”, “se questo scambio avviene poi tra maschi e femmine, allora è proprio vietato, poiché è una via verso l’immoralità”. Abdul Ghani Hindi, professore di affari religiosi e sociali presso l'Università di Al Azhar in Egitto, ritiene che non sia necessario astenersi completamente dall'uso dei social network durante il Ramadan, bensì limitarne l’uso e farne un utilizzo qualitativo piuttosto che quantitativo. Ha dichiarato ad Al Arabiya: "Preferirei usarli [i social media] per il mio beneficio perché mi fa comodo, ma non mi deve impedire di rispettare i miei obblighi religiosi come la lettura del Corano e l'esecuzione di preghiere Taraweeh".
Hussein Rashid, un professore islamico alla Hofstra University, utilizza la piattaforma di Twitter per twittare i versi del Corano. Il professore ha twittato tra il 30 e il 40 per centro del libro sacro e non pensa debba smettere durante il mese del Ramadan. "Per me è un testo vivente con cui persone viventi si impegnano e da cui prendono esempio”. Rashid pensa che non esistano più solamente le moschee come luoghi dove diffondere il testo, ma che si debba "stare al passo coi tempi e con la civilizzazione".