Per i medici è un virus intestinale ma ha una rara malattia cerebrale: a 4 anni è in fin di vita
Era stato rimandato a casa dai medici, che lo avevano considerato un semplice virus intestinale. Ma per Blake Hostick, 4 anni di Hull, e per la sua famiglia è cominciato proprio in quel momento un incubo dal quale ancora devono svegliarsi. Il piccolo lotta, infatti, tra la vita e la morte: esami più approfonditi hanno rivelato che in realtà soffre di una malattia cerebrale talmente rara da essere il primo a cui è stata diagnosticata nel Regno Unito e il 150esimo in tutto il mondo. I genitori del bimbo lo hanno fatto visitare da un medico dopo essersi accorti che c'era qualcosa in lui che non andava: era il 2 febbraio scorso. Rimandato a casa, dopo qualche ora le sue condizioni sono peggiorate, ha cominciato a vomitare e a perdere gradualmente la vista. Così è stato trasferito in ospedale, dove accertamenti approfonditi hanno confermato che si trattava di encefalite acuta necrotizzante.
Il tasso di sopravvivenza per chi soffre di questa patologia è solo del 30 per cento, ed in genere anche quando qualcuno riesce a guarire, riporta danni cerebrali permanenti. "Siamo devastati. Blake era un bambino felice ed ora sono qui, a piangere al suo capezzale", ha detto mamma Kirsty Hostick. "Casi come il suo sono stati registrati in Asia o a Sydney, ma qui è una assoluta novità e per questo è ancora più difficile curarlo". Quando è stato visitato dai medici la prima volta, il bimbo era talmente debole che non riusciva neanche a parlare e a tenere la testa alzata. Ma per il pediatra si trattava di una comune disidratazione dovuta ad un virus intestinale. "Ci hanno detto che era una cosa passeggera, che non dovevamo preoccuparci", ha continuato la mamma. "Poi è peggiorato, abbiamo chiamato un'ambulanza e mentre ci dirigevamo in ospedale ha cominciato anche a perdere la vista".
Quando sono arrivati al pronto soccorso, Blake non riusciva più a muoversi, a vedere e a sentire. Ha avuto una serie di crisi epilettiche ed è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva. Spostato al vicino nosocomio di Sheffield, oggi è tenuto in vita soltanto dalle macchine. È stato anche messo in isolamento, per permettere agli esperti di capire l'origine di quella patologia. "Purtroppo le speranze che sopravviva sono pochissime", ha concluso la mamma disperata.