Parrucchiera si rifiuta di servire una cliente musulmana: rischia sei mesi di prigione
Malika Bayan, ragazza di 24 anni di religione musulmana, si era presentata con il velo d'ordinanza sul capo e una parrucchiera titolare di un piccolo negozio a Byrne, cittadina norvegese, si è rifiutata di accoglierla come cliente e farle i trattamenti richiesti. Il caso ha scatenato un'accesa polemica, tanto che la coiffeuse è finita alla sbarra e ora rischia sei mesi di carcere perché con il suo comportamento ha infranto le leggi norvegesi. Secondo quanto riferito dai media norvegesi, Merete Hodne, questo il nome dell'imputata, sarebbe simpatizzante attiva in alcuni gruppi di matrice xenofoba e anti-islamica. In seguito al rinvio a giudizio, la donna avrebbe difeso le proprie azioni davanti ai giudici sostenendo: "Le ho detto di andare altrove, io non accolgo persone come lei…non vedo niente di male nel fatto che sia io a decidere chi entra nel mio negozio e chi no" e rilanciando: "Il male non è nella mia decisione, il male è l’islam, questa ideologia, e lo hijab è simbolo di questa ideologia così come la svastica era ed è simbolo del nazismo".
Nessun ripensamento quindi, la signora difende strenuamente quella che considera una libera scelta e sottolinea che la sua decisione dipese anche da alcune richieste fatte dalla ventiquattrenne, che avrebbe preteso – secondo la versione della titolare del negozio – di non permettere ad alcun uomo di accedere al negozio durante la propria permanenza "in quanto secondo la sua religione ella non avrebbe potuto mostrare capelli agli uomini".
Dal canto suo, la ragazza sostiene di non aver fatto nulla di male e di essersi sentita umiliata dalla reazione della donna. "Io sono solo entrata per chiedere quanto costava farsi fare delle mèches, che c’è di male? Mi sono sentita profondamente umiliata, mi sento sempre profondamente umiliata quando vengo trattata in questo modo qui, in Norvegia che considero il mio paese". I media norvegesi spiegano che la parrucchiera avrebbe potuto evitare il procedimento penale a suo carico pagando la sanzione da 8000 corone (870 euro al cambio) elevata a suo carico dopo la denuncia sporta dalla giovane. Rifiutandosi, ha avviato la procedura e ora i giudici dovrebbero a breve emettere la sentenza a suo carico. La polizia ha richiesto un aumento della sanzione, che da 8000 corone passerebbe a 9600, e una condanna ad almeno 19 giorni di prigione.