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Orrore in India: 5 uomini bloccano una coppia per strada e stuprano una 20enne per 3 ore

Lo stupro di gruppo il 26 aprile scorso nello stato indiano del Rajasthan. La vittima è una ragazza di venti anni che è stata fermata da una banda di uomini mentre era in viaggio in moto col marito. L’uomo è stato immobilizzato e lei violentata per 3 ore. I video dello stupro sono poi finiti in rete.
A cura di S. P.
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Proteste contro gli stupri in India (archivio)
Proteste contro gli stupri in India (archivio)

L’ennesima, terribile, storia di violenza nei confronti di una donna arriva dall’India. Una ventenne è stata stuprata da cinque uomini che l’hanno bloccata mentre era in viaggio in moto con suo marito. Il terribile attacco si è consumato il 26 aprile scorso nello stato del Rajasthan. Secondo quanto ricostruiscono i media, la banda avrebbe bloccato l'uomo e abusato della giovane donna per tre ore dopo averla trascinata in un burrone. In seguito all’aggressione, i cinque stupratori – che avevano filmato l'intero attacco con i cellulari – hanno anche minacciato la coppia di pubblicare il video in rete nel caso in cui avessero denunciato quanto accaduto. Inizialmente la giovane, temendo che la banda potesse far del male ai suoi familiari, è rimasta in silenzio ma quando ha visto in rete i video dello stupro ha deciso, insieme a suo marito, di denunciare tutto nella speranza di evitare, almeno, altre vittime.

I cinque stupratori sono stati arrestati. La vittima: "Condannateli a morte" – I cinque uomini sono stati poi arrestati dalla polizia locale e una sesta persona è trattenuta dalle autorità con l’accusa di aver caricato il video sui social media. La giovane donna sopravvissuta alla violenza ha ora chiesto al governo indiano di condannare a morte i suoi aggressori. “Voglio che tutti i cinque uomini che mi hanno violentata vengano impiccati. Se c’è qualche condanna peggiore di quella, allora dovrebbe essere data a loro”, ha detto al The Times of India. “Ora non ho paura di nessuno – ha detto da parte sua il marito -, continueremo a lottare. L’arresto non è l’obiettivo finale ma vogliamo vederli condannati a morte”.

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