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Operata di tumore a tre anni: ma Caitlyn è morta per un errore dei medici

Caitlyn era stata colpita da un tumore maligno. Il chirurgo che l’ha operata all’ospedale pediatrico di Liverpool, avrebbe commesso uno errore fatale recidendole un’arteria. Ora la mamma ha deciso di rendere nota la drammatica storia con la speranza che storie del genere non si ripetano più in futuro.
A cura di B. C.
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Caitlyn Parry era una bimba di tre anni di Liverpool che combatteva contro un tumore di Wilms, noto anche con il nome di nefroblastoma, un tumore maligno che deriva dal primitivo abbozzo renale. A ucciderla però non è stata la terribile malattia, ma un caso di malasanità avvenuto all’Alder Hey Children’s Hospital, dove la piccola era ricoverata. Mentre la bimba si trovava sotto i ferri, il chirurgo avrebbe commesso uno sbaglio fatale recidendole un’arteria. Caitlyn ha lottato tra la vita e la morte per tre giorni, ma alla fine si è spenta nel reparto di rianimazione del nosocomio infantile.

Va però detto che il tumore si trovava proprio tra due arterie e il rischio che una di queste venisse recisa durante l’intervento era molto alto. Dal rapporto interno dell’ospedale risulta che il medico che ha operato Caitlyn era convinto che le due arterie alimentassero il cancro ha provato a tagliarne una per rimuovere la massa, ma il tentativo è stato fatale e la bimba ha iniziato a perdere moltissimo sangue. A quanto pare, inoltre, in sala operatoria c’era un solo chirurgo: il secondo specialista previsto per la delicata operazione era impegnato in un’altra sala, e questo potrebbe aver condizionato il drammatico esito dell’operazione stessa

. La mamma della bimba, Sian Parry, 37 anni, a distanza di anni dalla tragedia ha raccontato quello che è accaduto alla figlioletto affinché situazioni simili non avvengano più in futuro. I fatti risalgono al 2010, ma solo ora sono stati resi noti i risultati delle indagini interne dell’ospedale. Tutto il personale medico dell’Alder Hey Children’s Hospital si è detto vicino al dolore della famiglia, che ora sente di aver reso – almeno in parte – giustizia a questa madre che non dimenticherà mai la sua piccolina.

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