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“Non ero io, era un cervo”, l’originale scusa di un uomo multato dall’autovelox

La giustificazione dell’automobilista statunitense, che aveva fatto ricorso al giudice, non gli è servita per evitare la multa.
A cura di A. P.
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Di scuse quando si è beccati ad andare troppo veloce al volante cene son diverse ma quella escogitata da un uomo statunitense è decisamente originante. "Non ero io, era un cervo", ha spiegato infatti l'automobilista americano beccato da un autovelox a guidare oltre i limiti di velocità consentiti sul quel tratto di strada. Come ripartano i giornali locali, protagonista della storia è un uomo dello stato del Massachusetts, Dennis Sayers, che in tribunale ha spiegato che l'autovelox aveva immortalato un cervo che stava correndo nei pressi della strada e non la sua auto.

L'uomo era stato sorpreso da una macchinetta non fissa  gestita da un agente di polizia fermo a bordo strada e per questo multato. Quando a casa gli è arrivata la contravvenzione, però, non ha voluto pagare e ha deciso di fare ricorso davanti al giudice ritenendo che l'apparecchio per il rilevamento della velocità dei veicoli avesse sbagliato bersaglio. In particolare l'uomo era stato multato perché andava a 40 miglia orarie in una zona dove il limite è a 30. Anche per questo il giudice gli ha dato torto spiegando che il cervo non avrebbe potuto andare a quella velocità e quindi lo ha condannato a pagare 105 dollari di multa.

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