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New York dichiara guerra ai cigni: contro di loro tiratori scelti e gas

Il New York State Department of Environmental Conservation conta di riuscire sopprimere tutti gli esemplari (2.200 circa) entro il 2025.
A cura di Redazione
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L'eleganza e la sinuosità del cigno ne hanno fatto da sempre un animale particolarmente amato da fotografi in cerca di scatti romantici che facciano un po' sospirare i giovani innamorati. Insomma, due esemplari di cigno che incrociano i lunghi colli ed ecco che è pronta un'immagine degna del San Valentino che sta per arrivare. A New York, invece, stanno preparando ben altra festa all'uccello acquatico che vive nei parchi della Grande Mela. Definito "specie invasiva" dal New York State Department of Environmental Conservation, circa 2.200 esemplari si preparano ad essere soppressi. Come se sulla testa del cigno fosse scritto "wanted", ecco che lo stato di New York si prepara a sparare ai cigni presenti sulle aree demaniali e chiederà ai privati di poter fare altrettanto sui loro terreni. La maggiore concentrazione di questi uccelli acquatici si registra a Long Island e nei laghetti dei parchi di Manhattan, anche se molti si sono spostati più a nord, verso il Lago Ontario. Entro il 2025, comunque, non ne dovrà essere vivo più nessuno.

Il cigno, specie erbivora importata dall'Europa per la sua bellezza, sarà sterminata perché in costante crescita e ritenuta aggressiva anche nei confronti dell'uomo. La tendenza a dare da mangiare ai cigni, infatti, ne ha fatto crescere il numero fino a triplicarne la popolazione. Nel 1993 era stato attuato un piano per ridurne gli esemplari, ma non è servito a nulla rimuovere i cigni dai parchi naturali e coprire le loro uova di grasso. Così ora alcuni saranno gassati, altri fucilati da tiratori scelti, mentre le uova – come ne '93 – saranno coperte di grasso per non farle dischiudere. Una guerra, quella dello stato di New York, che era stata già disposta da tempo, ma di cui nessuno si era accorto prima della pubblicazione di un articolo ad hoc da parte del New York Times. Alcune associazioni animaliste si ribellano, ma una ventina di associazioni ornitologiche sostiene che lo sterminio sia semplicemente inevitabile. Mike Burger, direttore di Audubon New York, ha assicurato: "siamo sempre per i mezzi non letali, ma in questo caso è necessario usare le maniere forti".

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