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Madre “muore” per 37 secondi durante il parto: “Sono salva grazie alle mie visioni”

Stephanie Arnold, 41enne di Chicago, afferma di aver avuto una premonizione della sua morte durante il travaglio. E’ stata quella visione, dice lei, che l’ha salvata durante la venuta al mondo del suo secondo figlio. La madre, a distanza di due anni, da quell’evento, ha deciso di raccontare la sua storia.
A cura di B. C.
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Sarebbe dovuto essere un momento di gioia incontenibile, ma per Stephanie Arnold, 41enne americana, la nascita del suo secondo figlio ha rischiato di trasformarsi in una tragedia. Quando il piccolo Jacob è venuto al mondo, la madre ha sofferto di alcune complicazioni ed è stata considerata ‘morta’ per 37 secondi, come scrive il Daily Mail. Stephanie è stata sottoposta a taglio cesareo e, durante il parto, è stata colpita da "embolia di liquido amniotico", una condizione che porta il fluido che circonda il feto ad ostruire le arterie polmonari. La complicazione è rara e di solito è fatale. La donna è stata quindi molto fortunata a poter ricordare oggi la sua esperienza.

Indubbiamente quei 37 secondi sono stati i più lunghi e drammatici dell’esistenza di Stephanie. I medici sono riusciti comunque a rianimarla e ora, due anni dopo, ha raccontato la sua storia al quotidiano britannico. La 41enne sostiene di essersi salvata solo grazie alla “premonizione” avuta durante la gravidanza. La donna ha affermato di aver avuto diversi visione di lei che sarebbe morta durante  il parto. Era così sicura che ci sarebbero stati problemi, da arrivare a dire addio al marito e all’altra figlia. "Il motivo per cui sono viva oggi e sono in grado di parlare con te – ha detto al giornalista che l’ha intervistata – sono le premonizioni che ho avuto e che mi hanno fatto preparare a tutto quello che sarebbe successo dopo”.

Durante la ventesima settimana di gravidanza, la madre, che vive a Chicago, negli Stati Uniti, è stata vittima di una condizione chiamata ‘placenta previa’ – una complicazione che porta la placenta a collocarsi davanti alla parte di presentazione fetale (testa, spalle, podice) e può causare emorragie gravi, mettendo a rischio la gravidanza. Date le complicazioni, i medici hanno avvertito che Stephanie avrebbe dovuto far nascere il suo secondo figlio con taglio cesareo. Poi sono iniziate le visioni di morte. Allarmata, la donna ha fatto numerosi test, che hanno comunque indicato che il bambino stava bene. Ciò però non le ha impedito di essere preoccupata.

Tra le richieste presentate ai medici durante il parto, Stephanie ha chiesto un sacchetto in più di sangue. “È quello che mi ha salvato la vita, lo avevo visto nella mia premonizione” ha detto al Daily Mail. L’embolia di liquido amniotico l’ha fatta andare in arresto cardiaco. I medici sono riusciti ad rianimarla, ma Stephanie è stata colpita da un’emorragia, che ha reso necessario un intervento di isterectomia (un’operazione  per rimuovere l'utero). Per sei giorni è stata in coma. Poi il risveglio: "Sono ancora incinta?”, è stata una delle prime cose che ha detto. Ora Stephanie sta bene, così come i suoi due figli, e lavora nel campo della ricerca sulla embolia. Ha anche scritto un libro sulla sua storia.

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