Le #canzonistorpiate dagli italiani sono 150mila al giorno
Cantare le canzoni inglesi storpiandone le parole e, quindi, il suo senso e il suo significato. E' un classico quello di ascoltare un amico, un parente, un genitore distruggere la bellezza di un evergreen come You Never Can Tell di Chuck Berry, esordendo a cantare con sicurezza estrema "Le patatine sweiii/degane o Do mestuwell" quando invece dovrebbe ovviamente essere "It was a teenage weeding/and the old folks wished them well", oppure in quanti hanno martoriato un manifesto dei 2000, quella I don't want to wait di Paula Cole, la colonna sonora del telefilm generazionale Dawson's Creek, che diventava puntualmente e irrimediabilmente "Ano Uana Uei!!!". E quante altre ancora vengono ogni giorno martoriate, dai grandi classici ai tormentoni estivi, passano di bocca in bocca urlate a squarciagola da chi non ha la minima idea di cosa stia effettivamente pronunciando.
La campagna di sensibilizzazione è partita su twitter, nella giornata di ieri un tweet con hashtag #canzonistorpiate ha messo a nudo gli evidenti problemi di pronuncia degli italiani, con tantissimi "tuittaroli" che sono stati al gioco e hanno cominciato a lanciare le loro personalissime versioni di "Ui uol rakkiù" (stiamo parlando dei Queen, ovviamente) oppure di "Leddibì" (anche i Beatles, non è stato risparmiato nessuno)!
L'iniziativa è stata pensata con De Agostini, sempre interessata a ‘testare' nuovi canali e iniziative di marketing digitale. Questa volta è toccata ai video virali in rete far conoscere la nuova app per iPhone, e presto Android, per imparare la lingua inglese senza sforzo e divertendosi, ovvero il "Corso Di Inglese De Agostini". Le due divertentissime clip sono state realizzate dalla The JackaL e ci ha davvero colpito la tempesta di tweet spritosi e di apprezzamento che sono apparsi in rete. Se vi siete persi la ‘tweetstorm' cliccate #canzonistorpiate (siete ancora in tempo, è sempre valido!): abbiamo isolato per voi quelli più divertenti.