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Lasciato dalla fidanzata, la sequestra e prova a farle bere il suo sangue

Con un grosso coltello l’uomo si è procurato una ferita sul polso e ha cercato di forzare l’ex a berne il sangue. L’aggressore ha ammesso tutti i capi d’accusa e ora è agli arresti domiciliari.
A cura di Redazione
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Thomas Francis Knudsen, 28 anni, ha sequestrato la sua ex fidanzata, l'ha aggredita e la voleva costringere a bere il proprio sangue. Dopo essere entrato nell'appartamento della sua ex, a Wellington, in Nuova Zelanda, l'ha costretta in una stanza e, in possesso di un coltello, le ha imposto di restare su un divano per circa due ore. Quando la giovane ha chiesto di poter andare in bagno, le è stato costretto di tenere la porta aperta. Successivamente Knudsen si è procurato una ferita al polso e, portando la parte sanguinante alla bocca della ex, ha provato a farle bere la propria linfa "per appartenerci l'un l'altra". Secondo la ricostruzione della polizia, alcuni messaggi su Facebook ricevuti in estate dalla ragazza da parte di profili "fake" nascondono in realtà la persona di Knudsen

L'uomo, che ha ammesso tutti i capi di accusa, è sottoposto agli arresti domiciliari ed è costretto a cento ore di servizio alla comunità. L'accusa aveva proposto tre anni e mezzo di carcere, ma il giudice Josephine Bouchier ha optato per una condanna meno pesante. L'uomo, oltre ad essersi dichiarato colpevole e a non avere precedenti penali, ai fini della sentenza ha beneficiato della diagnosi che gli attribuisce problemi mentali. Alla famiglia di Knudsen è stato chiesto di assistere il giovane affinché possa ricevere le cure adeguate per la sua instabilità psichica. Dal canto suo i genitori dell'aggressore hanno fatto sapere, attraverso l'avvocato della difesa, di condannare le azioni del figlio, "ma di volergli ancora bene".

A favore della vittima un ordine di protezione, mentre contro Knudsen è stato emesso un ordine restrittivo, in virtù del quale non potrà avere alcun contatto con la sua ex. Insomma, come ha detto il giudice in direzione del colpevole: "lasciala stare. Sono stata chiara?"

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