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La tragica storia di Kala, rapita insieme al fidanzato e costretta a vederlo morire

La drammatica storia di Kala Brown, una trentenne rapita la scorsa estate nella Carolina del Sud e ritrovata dalla polizia solo dopo diversi mesi. Con lei era stato rapito anche il suo fidanzato, ucciso da quello che è stato definito uno spietato serial killer.
A cura di S. P.
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Lo scorso novembre un uomo è stato arrestato nella Carolina del Sud, Stati Uniti, dopo il ritrovamento di una donna di trenta anni, Kala Brown, di cui si erano perse le tracce alla fine del mese di agosto. Con lei risultava scomparso anche il suo fidanzato, il trentaduenne Charlie Carver, che purtroppo non è sopravvissuto alla violenza del loro aguzzino Todd Kohlhepp, un agente immobiliare di quarantacinque anni che in passato era stato il capo di Charlie. Un incubo, quello vissuto da Kala e dal suo ragazzo, che però ha portato la donna a voler parlare di quanto le è accaduto anche per dire che quell’uomo non è riuscito a distruggerla: “Non importa quello che mi ha fatto. Non è riuscito a distruggermi. Io ho vinto”, ha detto la donna parlando di Kohlhepp. I due ragazzi sono stati rapiti da quello che poi la polizia ha definito uno spietato serial killer e che li ha tenuti per due mesi prigionieri in un container.

Kala ha visto l’aggressore sparare al suo compagno – Per molto tempo di loro non si è saputo nulla, fino a quando la polizia non ha iniziato a seguire una pista che lo ha portato nella tenuta di Kohlhepp. Esplorando la proprietà dell’uomo, gli investigatori hanno trovato un container dal quale provenivano dei rumori e delle urla: al suo interno c’era Kala. La ragazza era stata “incatenata come un cane”, hanno detto gli agenti dopo averla liberata. Una volta arrestato, Todd Kohlhepp ha confessato sette omicidi, tra cui quello del fidanzato di Kala. Il suo corpo è stato trovato nella stessa zona del container dove erano stati tenuti prigionieri i due giovani. La donna ha raccontato agli inquirenti di aver visto Kohlhepp sparare al compagno. “La cosa più importante è che l'abbiamo trovata viva. Dobbiamo ringraziare Dio”, ha detto al momento del ritrovamento lo sceriffo Chuck Wright.

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