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La storia di Michele: “Ho lasciato il lavoro e sono partito, ora sono un minimalista”

Per Michele, 38enne genovese, minimalismo è “la rinuncia a possedere, non intesa come privazione, ma come scelta di libertà”: lui 3 anni fa ha lasciato un lavoro sicuro e la sua casa per partire per la Thailandia. E ora dice di apprezzare ogni secondo della sua vita.
A cura di S. P.
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Michele è un 38enne genovese che tre anni fa è diventato minimalista. A suo dire, la sua poteva considerarsi una vita perfetta secondo i canoni della società: aveva un buon lavoro, una casa di proprietà piena di cose e dei bei vestiti. “Sembrava che avessi tutto, ma in realtà il tempo passava inesorabile e non capivo più quale fosse il vero senso della vita. Mi sentivo vuoto, infelice”, ha detto all’HuffPost che ha riportato la storia di quest’uomo che si racconta anche tramite il blog “Karma e colori”, in cui tratta temi quali spiritualità, yoga e, appunto, minimalismo. A un certo punto Michele ha deciso di lasciare il suo lavoro da informatico, l'auto aziendale e ha messo in vendita la casa. “Tutti vogliamo sentirci appagati, sicuri, amati. È insito nella natura umana – ha raccontato -. Purtroppo, seguendo i dettami di questa società, invece di cercare la realizzazione nella semplicità e nella propria evoluzione personale, andiamo a rincorrere modelli sbagliati che si basano sull'idea che la felicità arrivi dall'esterno: un lavoro da 50 ore a settimana dove guadagnare tanti soldi che userò per comprare un'auto prestigiosa, una grande casa da riempire di oggetti e tanti vestiti che mi facciano sentire apprezzato. E poi un grande televisore con la pay tv, lo smartphone ultimo modello, una bella moglie da esibire e tante persone che mi dicano quanto sono bravo. Siamo come criceti che corrono nella ruota. Esiste però una soluzione e si chiama Minimalismo”.

Per lui minimalismo è la rinuncia a possedere, non come privazione ma come scelta di libertà. “È il ritorno all'essenziale in ogni ambito, a ciò che apporta un vero valore aggiunto alla mia vita”, ha spiegato ancora il 38enne. “Il tempo e la salute – Michele, dopo aver lasciato lavoro e casa, si è anche separato dalla moglie ed è partito per la Thailandia – sono le uniche cose che non possono essere acquistate e io dovevo assolutamente fare qualcosa, altrimenti me ne sarei pentito per sempre”. “Ora, dopo tre anni, mi sento ancora ‘work in progress': apprezzo ogni secondo della mia vita presente, cerco di imparare più possibile e sono eccitatissimo per ciò che il domani mi riserverà”, ha raccontato ancora spiegando che al momento tutto ciò che possiede viaggia con lui in uno zaino da 60 litri.

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