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La storia di Duncan, malato terminale, che porta la figlia di 5 anni a nuotare con i delfini

Era uno dei desideri della figlia di 5 anni e per farlo avverare Duncan Turner, un papà australiano che soffre di una malattia terminale, non ha esitato a mettersi su un aereo per il sud est asiatico. A Bali, però, è stato vittima di una disavventura che si è risolta solo grazie alla generosità dei suoi concittadini.
A cura di Redazione
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Era uno dei desideri da esaudire prima che la malattia lo portasse via: portare la figlia di 5 anni in vacanza e farla nuotare con i delfini. Per questo motivo, nonostante le sue gravissime condizioni di salute, Duncan Turner, un uomo australiano, non ha esitato un attimo a prendere un volo per Singapore in compagnia di alcuni membri della sua famiglia. Dopo aver esaudito il desiderio della piccola Amelie, Duncan era pronto a tornare a casa, ma si era sentito male a Singapore ed era stato costretto a ricorrere alle cure sanitarie. Dopo qualche giorno di cure, all'uomo era stato dato il permesso di recarsi in aeroporto per raggiungere Perth, in Australia, con un volo che avrebbe fatto scalo a Bali, in Indonesia.

Nell'attesa del secondo volo, però, Duncan aveva avuto un collasso e si era reso necessario un secondo ricovero in ospedale (l'uomo ha un tumore al cervello molto aggressivo). Il problema, però, è che la sua assicurazione non prevedeva la copertura sanitaria per gli ospedali indonesiani e dunque la parcella medica lievitava giorno dopo giorno: un costo insostenibile per le finanze della famiglia Turner, già provate dalle spese sostenute per il viaggio affrontato. Così, mentre la piccola Amelie volava a casa accompagnata dalla nonna, la famiglia di Duncan decideva di spostarlo in un albergo di Bali, in attesa di recuperare la somma dovuta allo stato indonesiano. Nel frattempo però, i concittadini e gli amici di Turner si erano mobilitati e, grazie a una raccolta fondi online, erano riusciti a mettere insieme la ragguardevole cifra di 25mila dollari, sufficiente per saldare i debiti e ottenere il nulla osta per il ritorno in Australia. Così, dopo qualche giorno di attesa di un miglioramento delle proprie condizioni fisiche, Duncan è riuscito a mettersi su un volo per Perth, dove ha potuto riabbracciare la piccola Amelie. Un lieto fine reso possibile dalla generosità di amici e conoscenti e dalla sua voglia di continuare a lottare, nonostante tutto.

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