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La ricerca: sette alunni su 10 sotto i 14 anni vengono molestati con messaggi porno

Sono davvero inquietanti i risultati dello studio sul sexting effettuato dal sindacato degli insegnanti britannico. La maggior parte delle molestie avviene su Facebook, ma anche Twitter è molto usato.
A cura di B. C.
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Quasi 7 studenti su dieci al di sotto dei 14 anni in Regno Unito vengono molestati con messaggi ed sms hot, e più della metà degli insegnanti e del personale scolastico britannico in generale afferma di essere a conoscenza di alunni che utilizzano i social network per inviare e vedersi inviati sms spinti, così come  foto e video a carattere erotico e pornografico. E’ quanto si evince da uno studio condotto dal NASWUT, il sindacato degli insegnanti in Gran Bretagna. Secondo la ricerca, il 63% dei 14enni sarebbe stato coinvolto almeno una volta nelle cosiddette attività di ‘sexting’, mentre i 13enni che hanno ricevuto messaggi a carattere sessuale sono il 45%. Ma alcuni insegnanti assicurano che ci sarebbe anche una percentuale di bambini tra i 7 e i 9 anni coinvolti. Quasi un terzo (31%) si sarebbe visto inviare una foto o un video spinto senza il loro consenso, mentre quasi un decimo (9%) sarebbe anche stato minacciato. Secondo il sondaggio è Facebook il social network preferito per attività di ‘sexting’ (60%), mentre il 15% dei ragazzini avrebbe ricevuto materiale spinto attraverso Twitter. Un terzo degli insegnanti ha dichiarato di non aver segnalato gli eventuali abusi. La metà di questi non lo ha fatto temendo che nulla potesse essere fatto in merito.

“Nel corso dei tre anni durante i quali il NASUWT ha svolto questa indagine, la situazione si è deteriorata” ha detto Chris Keates, segretario generale del sindacato. ”Gli abusi online hanno un impatto devastante sulla vita degli insegnanti e degli allievi. Tuttavia nessuna azione seria è stata mai presa dal Governo per rispondendo adeguatamente a queste violenze. Gli abusi online sono qualcosa di traumatico e che potenzialmente può cambiare la vita. Le vittime hanno bisogno di un forte sostegno attraverso un approccio di tolleranza zero" dice ancora Keates.

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