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La “piccola” storia di Emily: nata prematura, pesava solo 500 grammi

È tornato a casa Emily, la bambina nata alla ventiquattresima settimana. Alla nascita è stato necessario chiudere il corpo, dal mento in giù, in un sacco di plastica, piccolo e aderente come una busta.
A cura di Redazione
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Rhiannon Shades e Fane Henderson
Rhiannon Shades e Fane Henderson

Rhiannon Shades, di Bedford (Regno Unito), aveva 29 anni quando ha capito che stava per partorire molto tempo prima dei nove mesi di gestazione. Alla ventiquattresima settimana (contro le 38-40 generalmente attese) è iniziato il travaglio ed è nata così Emily che pesava poco più mezzo chilo (560 grammi). Sono apparsi subito evidenti i pericoli della nascita prematura sulla vita della piccola Emily e, come racconta la madre, "non avevo mai capito sul serio quanto fosse piccola, se non quando me la misero tra le braccia e potetti realizzare la serietà della situazione". Il padre Fane Henderson e la sorella maggiore, Alexandra, quattro anni, le comprarono un piccolo orsacchiotto, ma Emily era così piccola che a mala pena raggiungeva la stessa dimensione.

Emily necessitava di aiuto per respirare e, 12 settimane dopo la nascita, ha cominciato a soffrire di una serie di complicazioni a causa di un'infezione allo stomaco. La madre, intanto, per quattro settimana ha dormito là, in ospedale il più vicino possibile alla figlia. Tutto, però, è andato nel verso giusto: dopo quattro mesi e mezzo Emily è entrata finalmente a casa, libera da tubi di ossigeno e alimentazione. Ora pesa oltre 2,5 kg.

La gravidanza di Rhiannon era stata perfetta fino alla ventesima settimana, dopodiché qualcosa era cambiato fino al travaglio alla venitquattresima settimana. Prima del parto i dottori avevano rilevato anormalità nel sangue della donna e le avevano quindi suggerito di sottoporsi ad ulteriori test per verificare l'eventuale presenza della Sindrome di Dawn. Per fare ciò, era stato necessario prelevare dei campioni di placenta dall'utero, dai quali si era potuta escludere la sindrome. Ciononostante successivamente i medici avrebbero rilevato nello stesso campione di placenta un'infezione, che avrebbe appunto causato il travaglio anticipato. Appena nata la piccola Emily è stata inserita in un sacco stretto, il più aderente possibile al corpicino, da cui spuntava solo la testa. Un modo, questo, che ha permesso ai medici di non far disperdere calore alla neonata. E di rendere possibile, quattro mesi e mezzo dopo, il suo ritorno a casa.

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