La madre adottiva la chiude in casa e non le dà da mangiare: Natalie muore di fame a 16 anni
La giovane Natalie è morta di fame a soli 16 anni, abbandonata dalla madre adottiva, la 43enne Nicole Finn. Secondo quanto emerge dalle indagini, Natalie sarebbe morta dopo un lunghissimo periodo di agonia e il suo corpo al momento del decesso non presentava solamente segni di evidente deperimento, ma anche numerose ferite. La madre, recentemente condannata a tre ergastoli, è stata giudicata colpevole per omicidio di primo grado e sequestro di persona. La donna, infatti, non avrebbe solamente provocato la morte della figlia adottiva, ma avrebbe inoltre confinato in una piccola stanza anche i tre fratellini di Natalie.
In alcuni messaggi ritrovati dagli inquirenti che si stanno occupando del caso, i due fratellini scrivevano: "Non possiamo aprire la finestra, mamma l'ha inchiodata", messaggi probabilmente scritti nel tentativo di trovare un aiuto esterno. Dopo l'udienza di condanna, Nicole Finn ha dichiarato che presenterà appello contro il verdetto, ma non ha rilasciato dichiarazioni in merito a quanto emerso dalle indagini. Natalie morì nell'ottobre 2016 e venne ritrovata in evidente stato di deperimento: pesava solamente 38 chili. L'adolescente vene ritrovata distesa sul pavimento della sua casa con indosso un pannolino per adulti. Il suo corpo era coperto di piaghe da decubito e non aveva quasi più né grasso né muscoli. Anche i fratelli, Mikayla, 14 anni e Jaden, 15 anni stavano per morire di fame e hanno subito lo stesso tipo di maltrattamenti e sevizie e dopo la morte della sorella hanno trascorso mesi di estrema sofferenza.
Uno dei due fratelli ha raccontato in tribunale che una volta ha cercato di bere dal gabinetto perché aveva troppa sete e la madre aveva nascosto acqua e bibite. L'ex marito di Nicole Finn si è dichiarato non colpevole e ha sostenuto che all'epoca della morte di Natalie non fosse presente in casa ormai da molto tempo. In sostanza, dal processo della donna è emerso che Nicole teneva tre dei suoi figli rinchiusi in una camera da letto sporca e senza mobili e non permetteva loro l'utilizzo del bagno. A volte i bambini cercavano di salire e arrivare alla finestra per chiedere del cibo ai vicini.