La cagnetta Pilù come il cane Angelo, rivolta in Rete: in 150mila chiedono giustizia
"Ha tenuto una condotta di natura tale da fare ritenere il dipendente inidoneo alla prosecuzione del rapporto di lavoro… Quindi, si proceda al licenziamento del dipendente per giusta causa in base alla legge italiana". Sono già più di 150mila le persone che sulla piattaforma change.org hanno firmato la petizione per chiedere l'immediato licenziamento di Gaetano F., il 27enne di Pescia, in provincia di Pistoia, che ha seviziato e ucciso Pilú, il cane, un Pinscher, della ex fidanzata.
L'uomo qualche giorno fa ha messo su Facebook il filmato che si era fatto nel maggio 2015, mentre torturava la bestiola e nel giro di qualche ora l'Italia intera si é indignata, come già era successo per Angelo, il cane di Sangineto, in Calabria, anche lui torturato e ucciso da quattro giovani senza cuore e anima. Forse Gaetano F. non legge i giornali e non sapeva o non immaginava che il suo filmato avrebbe suscitato un moto di indignazione generale, come già successo ai suoi predecessori calabresi. Uno di loro, Luca Bonanata, dipendente di un albergo, è stato licenziato e ora a gran voce gli italiani chiedono che la stessa sorte tocchi a lui.
Su Facebook sono comparse decine di pagine che inneggiano al suo arresto o peggio. In 150mila, un numero davvero impressionante, hanno chiesto che finisca immediatamente in carcere. Il commento piú tenero nei suoi confronti è "È pericoloso, resti in cella per il resto della sua vita". I peggiori non sono pubblicabili, incitano a fare a Gaetano F. quello che lui ha fatto a Pilú. Basti sapere che Facebook ha rimosso subito il filmato perché troppo violento, atroce: Gaetano F. si é ripreso in volto mentre, impassibile, tortura con un pennarello la bestiola, mentre la getta ripetutamente contro il muro, mentre la schiaffeggia e la prende a pugni… Tuttavia quei pochi minuti in cui é rimasti in rete son bastati: il filmato é diventato virale in poche ore e adesso Gaetano F. è giustamente sotto accusa.
Sotto casa sua c'è costantemente un presidio animalista, perché tutti a Pescia sappiano dove vive l'assassino di Pilù. Qualcuno gli ha distrutto l’auto e gli ha danneggiato il motorino e ora ci sono anche le forze dell’ordine a controllare. Ci sono state diverse manifestazioni e altre ce ne saranno. Il 6 novembre c'è stata nella cittadina una fiaccolata di solidarietà verso tutte le vittime della crudeltà umana, uomini e animali.
Intanto, la magistratura di Pistoia l'ha denunciato per maltrattamento e uccisione di animali. Rischia per l'accusa di maltrattamento la reclusione da 3 a 18 mesi o una multa da 5mila a 30mila euro e per l’uccisione del cagnolino da 4 mesi a 2 anni di carcere. Il rischio di una condanna é altissimo: il video, del resto, è una prova schiacciante, l’aguzzino si vede nitido in volto, si vedono le sevizie, le botte, l’accanimento contro la bestiola.
Ancora non basta. Il sindaco di Pescia, Oreste Giurlani, ha dichiarato che si costituirà parte civile nel processo e la stessa cosa faranno i famigliari, per cosí dire, di Pilú, la sua padrona, Letizia G., sua sorella Gessica e i loro genitori. Prima che il filmato finisse in Internet non avevano idea che Pilú fosse morta per colpa di Gaetano, suo ex fidanzato a cui aveva affidato il cagnolino solo per poche ore, il tempo di alcune commissioni. Proprio Letizia ha fornito il probabile movente della folle esecuzione del cagnolino. Dice: “Io e Gaetano stavamo insieme da pochi mesi e i miei genitori si opponevano alla nostra relazione. Forse l'ha fatto per punire mia mamma".
Ma non basta ancora. Sono decine le associazioni animaliste che hanno deciso di costituirsi parte civile contro l'uomo nel processo che si terrà. Dice Edgar Meyer di Gaia Animali e Ambiente, che ha delegazioni e uffici legali in tutta Italia: "Grazie agli avvocati di Gaia Lex Firenze ci costruiremo parte civile e proveremo a chiedere un risarcimento. Difficilmente in questi casi viene concesso, ma almeno, così facendo, avremo la possibilità di essere in aula e chiedere una condanna seria e giusta per chi ha ucciso Pilù. Non va dimenticato che Gaetano F. è incensurato, proprio come i quattro calabresi che hanno ammazzato Angelo: quindi, si rischia davvero che il giudice alla fine imponga una pena ridicola… Invece, gesti del genere meritano una punizione esemplare. C’è una legge e va fatta rispettare”. Meyer ricorda che c’è una letteratura scientifica e ci sono statistiche che provano che chi maltratta e uccide animali è incline anche a commettere atti di violenza in genere, anche contro uomini e donne: “Insomma, una giusta punizione per chi compie simili atti è una questione di civiltà e avrà anche una funzione preventiva. Per questo ci batteremo in ogni aula di Tribunale, da Pescia a Paola, dove saranno processati i quattro assassini di Angelo, la legge è dalla nostra parte”.