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L’autista di scuolabus che regala guanti e cappelli a tutti i bambini bisognosi

Qualcuno definisce già “eroe” il 52enne John Lunceford, veterano dell’esercito e autista di scuolabus nello Stato di Washington. Dopo aver visto un bambino infreddolito che aspettava alla fermata ha deciso di compiere un gesto per tutti quelli che non possono permettersi abiti caldi.
A cura di S. P.
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A Kennewick, nello Stato americano di Washington, c’è un uomo, il cinquantaduenne John Lunceford, che per qualcuno ora è un eroe. John è un veterano dell’esercito che attualmente guida uno scuolabus nella sua città. Quest’anno fa molto freddo nel paese e in particolare a Kennewick l’inverno potrebbe essere il più gelido degli ultimi venti anni. Ed è proprio quando un giorno l’autista ha visto un bambino piangere per il freddo mentre aspettava lo scuolabus che ha deciso di fare qualcosa di concreto. Il bimbo che ha commosso l’autista aveva le orecchie e le mani rosse dal freddo e non aveva dei guanti che potessero proteggerlo. Così subito John ha deciso di dargli i suoi guanti dicendogli che "andava tutto bene". Ma poi, dopo aver accompagnato i bambini a scuola, l’uomo ha deciso di recarsi in un negozio di abbigliamento e di comprare dieci cappelli e dieci paia di guanti sia neri che rosa.

La storia dell'autista è diventata virale – Poi è tornato a scuola e ha cercato il bambino che al mattino non aveva i guanti: non conosceva il suo nome e così si è fatto aiutare per trovarlo e, quando lo ha incontrato, gli ha regalato un cappello e un paio di guanti nuovi. “Sono un nonno sai, nessun bambino dovrebbe soffrire in questo modo”, gli avrebbe detto. Lunceford ha poi detto a tutti gli altri bambini senza cappelli e guanti che ne avrebbero trovato uno sul suo scuolabus. La scuola ha condiviso la storia del generoso autista sulla pagina Facebook dell'istituto e il post è diventato immediatamente virale: è stato condiviso più di tremila volte e centinaia di persone hanno lasciato un commento per ringraziare il cinquantaduenne. “Sei una fonte d’ispirazione”, gli ha scritto qualcuno. “Abbiamo bisogno di più persone come te”, ha commentato un altro utente.

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