Ingoia una pila che gli corrode gli organi interni: Ollie è vivo per miracolo
Ha ingerito una pila a bottone che prima si è bloccata nella sua gola ed è poi scivolata giù, bruciando quasi tutti i suoi organi interni e procurandogli un collasso dei polmoni. È vivo per miracolo Ollie, bambino inglese di un anno di età, che alla fine dello scorso mese di maggio è stato il protagonista di un incidente che avrebbe potuto costargli molto caro. Il piccolo era a casa con i suoi genitori, Chrissy e Elliott Lennon, a Worthing, West Sussex, quando ha cominciato a vomitare con forza del liquido nero. I medici ai quali la coppia si era rivolta avevano inizialmente parlato di una possibile asma o di una forma di laringotracheobronchite, ma niente di preoccupante per cui avrebbero dovuto solo tenerlo d'occhio per le successive 24 ore.
Ma le condizioni di Ollie non accennavano a migliorare. A scoprire cosa era successo è stata la madre del bambino, Chrissy, 29 anni: la donna, che era a dieta, doveva pesarsi come tutte le mattine, ma c'era qualcosa che non andava nella sua bilancia: mancava una pila. A quel punto, il quadro le è stato chiaro: il figlio aveva ingerito la batteria che mancava. Insieme al marito, ha trasferito il piccolo d'urgenza all'ospedale di Worthing dove una tac ha confermato quanto aveva sospettato. "Io ero a lavoro quel giorno – ha raccontato al quotidiano inglese Daily Mail il padre di Ollie, Elliott -. I dottori mi hanno detto che in genere tendono ad evitare operazioni chirurgiche su pazienti così giovani, ma le sue condizioni erano troppo critiche e bisognava intervenire il prima possibile".
Ollie ha così subito un intervento durato più di un'ora e mezza. I medici hanno trovato difficoltà a rimuovere dal suo corpo la batteria che aveva ingerito, perché era andata a incastrarsi nella parte inferiore della gola. La loro preoccupazione più grande era che l'oggetto corrodesse i suoi organi interni, il che è stato confermato da ulteriori analisi: il bimbo presentava cicatrici e bruciature e un foro lungo la trachea che aveva provocato il collasso del polmone sinistro. Così è stato trasferito in un ospedale di Londra, dove avrebbero potuto curarlo meglio. Qui ha subito un ulteriore intervento, che ha coinvolto anche il cuore: le possibilità di sopravvivenza, avevano detto i medici, erano di una su 10.
Poi, come un miracolo, il recupero improvviso e il 17 luglio scorso, dopo due mesi di sofferenza, Ollie è finalmente tornato a casa, anche se non può ancora ingerire prodotti solidi e parlare. "Vogliamo che tutti siano consapevoli di quanto sia importante fare sempre attenzione a ciò che i propri figli fanno – hanno dichiarato i genitori del piccolo -. Queste pile dovrebbero essere vietate prima che altri minori si facciano del male. Vorremmo davvero fare qualcosa affinché nessun altro viva quello che abbiamo passato noi".