In pochi mesi il piccolo Alfie smette di camminare e parlare, i medici non capiscono perché
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Poco più di un anno fa il piccolo Alfie Cannon era un bambino di tre anni come tanti altri: felice, pieno di energie e sempre in movimento. Poi una misteriosa e improvvisa serie di attacchi di convulsione, nel settembre 2016, lo ha colpito senza nessuna avvisaglia portandolo in pochi mesi a perdere la capacità di camminare e parlare. Una tragedia che in poco tempo ha gettato la famiglia del bambino britannico nella disperazione. Come racconta il tabloid Sun, una situazione ancora più drammatica per i genitori del bimbo in quanto per mesi i medici non hanno capito cosa stesse accadendo al piccolo che nel frattempo si aggravava.
I dottori dell'Ospedale di Colchester sospettavano che il bambino avesse sofferto di una convulsione febbrile – un attacco causato da una febbre – diagnosticandogli anche un'infezione all'orecchio. Per loro le difficoltà a camminare muoversi erano dovute a quella infezione, ma Alfie ha subito nuovi e più frequenti attacchi e sono partiti nuovi esami. A questo punto si è ipotizzato soffrisse di encefalomielite acuta disseminata, un attacco breve ma diffuso di infiammazione al cervello che danneggia i rivestimenti dei nervi. Ma diverse ore dopo ha subito un altro attacco, questa volta per più di due ore.
"Era più lento ma poteva ancora sedersi e parlare", ha raccontato la mamma Jackie, aggiungendo: "A quel punto eravamo fiduciosi ma alla fine di novembre ho potuto vedere che stava peggiorando ancora e fu allora che insistemmo per vedere di nuovo un consulente". Al Great Ormond Street Hospital di Londra la risonanza magnetica ha rivelato che il danno ai suoi nervi stava peggiorando e i medici hanno detto che le sue condizioni erano probabilmente causate dalla leucodistrofia, una rara malattia genetica che colpisce il sistema nervoso centrale, anche se ancora oggi non sono in grado di fornire una diagnosi solida. Alfie è attualmente in terapia per evitare che si aggravi ancora di più ma è anche sottoposto a terapie riabilitative costose per rafforzare i muscoli , per questo i familiari hanno avviato una raccolta fondi per sostenere le cure.