In carcere per l’omicidio di moglie e figlia di 9 mesi, accusa la donna: “È stata lei”
È stato condannato da un tribunale a trascorrere il resto della sua vita in carcere senza alcuna possibilità di uscita per aver ucciso la moglie Rachel, 27 anni e la figlioletta di appena 9 mesi Lillian, trovate cadavere nella loro casa di Hopkinton, nello stato del Massachusetts, in Usa, nel lontano 2006. Ora però a distanza di tredici anni da quel terribile duplice delitto, l'uomo, il 40enne britannico Neil Entwistle, dalla sua cella del carcere ha deciso di accusare apertamente la stessa moglie per quanto accaduto. Secondo Entwistle, infatti, sarebbe stata la stessa donna a uccidere la loro figlioletta e poi a rivolgere l'arma contro se stessa per suicidarsi. Il programmatore informatico, che è volato nel Regno Unito poche ore dopo gli omicidi prima di essere estradato, ha spiegato il gesto sostenendo che la moglie era "depressa".
La sua versione è contenuta in una lettera destinata ai genitori di Rachel, Priscilla e Joe Matarazzo, che però le autorità carcerarie non gli hanno permesso di inviare. A renderla nota il padre dell'uomo, convinto dell'innocenza del figlio. "Per oltre sette anni, non ho mai condiviso ciò che ho visto e quello che so di tutto ciò che è accaduto nel giorno in cui abbiamo perso Rachel e Lilly, le due persone più meravigliose che abbiano mai benedetto le nostre vite" ha scritto l'uomo, proseguendo: "All'inizio, il mio silenzio era nato dal desiderio di proteggere la memoria di Rachel ma ovviamente, non ha funzionato. Dopo essere stato arrestato, il mio silenzio mi è stato suggerito dagli avvocati e così è stato fino ad ora". "Io non ho ucciso Rachel e Lilly, ma ho il senso di colpa per quanto accaduto e in nessun modo criminalizzo Rachel per quello che ha fatto" ha sottolineato il 40enne.