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Il pianeta gigante dove soffiano venti di rubini e zaffiri

Uno studio dell’Università di Warwick per la prima volta ha rilevato fenomeni meteorologici estremi su un enorme pianeta gassoso fuori del nostro sistema solare scoprendo che le sue nuvole son fatte di corindone, sostanza alla base di rubini e zaffiri.
A cura di A. P.
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Una rappresentazione artistica del pianeta
Una rappresentazione artistica del pianeta

Dopo anni di studi, per la prima volta alcuni ricercatori britannici sono riusciti a osservare il sistema meteorologico di un pianeta fuori dal sistema solare. Lo studio, condotto dagli astronomi guidati da David Armstrong dell'università di Warwick e pubblicato sulla rivista Nature Astronomy, è stato possibile grazie ai dati inviati sulla Terra dal satellite Kepler e ha dato risultati sorprendenti. Gli studiosi infatti hanno scoperto che il pianeta ha un'atmosfera "preziosa". Sul  gigante gassoso, che è lontano oltre mille anni luce dalla terra, infatti gli scienziati hanno osservato fenomeni meteorologici estremi con venti impetuosi che spostano a grandi velocità grandi quantità di nuvole con tutta probabilità composte da “corindone”, il minerale che sulla Terra forma i preziosi rubini e zaffiri.

Kepler infatti ha misurato i cambiamenti della luce riflessa dal pianeta, mostrando che il suo punto più luminoso cambia di posizione. Uno spostamento causato da getti di vapore equatoriali, dalle velocità molto variabili, che al loro picco spingono molte nubi per tutto il pianeta assumendo un aspetto definito dagli studiosi sorprendente e bellissimo. HAT-P-7b, questo il nome del pianeta, infatti ha una massa 16 volte superiore a quella della Terra ed è caratterizzato dal fatto che nella sua atmosfera soffiano dei venti fortissimi, simili a quelli che provocano tempeste catastrofiche.

Proprio per le sue condizioni meteorologiche avverse e violente il pianeta non è abitabile, in più  c'è anche un grosso problema di temperature che raggiungono mediamente ben 2586 gradi. Il pianeta infatti da un lato è sempre rivolto verso la sua stella, che è grande due volte il Sole. Il dato fondamentale della ricerca è che grazie a questo studio pionieristico gli astrofisici possono ora iniziare a esplorare i sistemi  meteorologici di altri pianeti esterni al Sistema solare e come cambiano nel tempo.

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