Il figlio muore soffocato a soli 6 giorni, la madre chiede 9 milioni di risarcimento all’ospedale
A pochi giorni dal parto, il figlio è morto improvvisamente per soffocamento accidentale mentre era nel letto dell'ospedale di fianco alla sua mamma. Così, Monica Thompson, per quella morte ha deciso di citare in giudizio per 9 milioni di dollari l'ospedale, incolpandolo per il decesso prematuro del neonato. In tribunale la donna ha raccontato la sua versione dei fatti: il figlio le era stato portato nel mezzo della notte e messo nel letto con lei, pronto per l’allattamento al seno. Poco dopo Monica si sarebbe addormentata, stremata dalla stanchezza e provata dalle profonde e dolorose medicazioni cui era stata sottoposta, ma quando si è svegliata suo figlio non dava più alcun segno di vita. Una volta scattato l'allarme, il piccolo è stato immediatamente trasferito in terapia intensiva, ma ormai aveva già subito danni cerebrali talmente gravi da necessitare l'utilizzo di macchinari per la respirazione artificiale per mantenerlo in vita. Dopo sei giorni alla famiglia è stato detto che non c’erano più speranze per lui e che il suo coma era irreversibile, così a soli dieci giorni di vita il neonato è stato staccato dal respiratore che lo teneva in vita.
"Ho deciso di condividere la nostra storia perché mi auguro che più nessuna famiglia sia costretta a vivere una storia così tragica ma evitabile. Se le infermiere dell’ospedale avessero svolto il loro lavoro correttamente ciò non sarebbe mai accaduto", ha spiegato la donna motivando la decisione di far causa all'ospedale. La madre ha citato in giudizio sia l’ospedale di Portland che le singole infermiere coinvolte, sottolineando che quando le hanno affidato il figlioletto per l'allattamento era ancora stordita dalle medicazioni seguite al parto. Secondo l’accusa la donna avrebbe subito chiamato un’infermiera ma non ricevendo nessuna risposta si è precipitata in corridoio per chiedere aiuto. La struttura sanitaria non ha commentato l’accaduto.