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Il cane quasi decapitato migliora, ma ora su Internet spuntano gli sciacalli

Raccolte fondi e lotterie benefiche a sostegno del povero animale, chiamato poi ‘Palla’, ritrovato ad Oristano con un cappio stretto al collo, ma si tratta solo di truffe. Il sindaco intanto cerca i colpevoli dei maltrattamenti sul cane.
A cura di B. C.
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Era stata ritrovata con un cappio al collo, che l’aveva quasi decapitata, fino a farle gonfiare il muso a dismisura. Ma la cagnolina Palla si era salvata. Lo aveva fatto anche grazie alle amorevoli cure della Clinica Duemari di Oristano dove la povera bestia è tutt’ora ricoverata. Le sue condizioni migliorano di giorno in giorno, ma la vicenda rischia di assumere contorni oscuri. Sul web infatti sembrano moltiplicarsi le raccolte fondi e lotterie benefiche proprio per consentire di curare Palla: tutta una truffa però, come spiegano dalla stessa Clinica Veterinaria Duemari. "Ci sono raccolte o addirittura lotterie per la raccolta fondi a favore di Palla: si tratta di truffe, denunciatele alla Polizia Postale", dicono sul loro profilo Facebook. Niente più che sciacalli dunque, che stanno provando a sfruttare la notorietà della vicenda anche grazie alla catalizzazione mediatica della storia da parte dei principali siti italiani di notizie, alcuni ignoti hanno pensato bene di ingannare le persone che vorrebbero aiutare Palla.

Nel frattempo l’amministrazione di Oristano si sta impegnando nella caccia dei responsabili dei maltrattamenti inflitti al piccolo Pitbull, anche se ci sono ancora dei dubbi sulla effettiva razza di Palla. Come riporta il quotidiano Nuova Sardegna il sindaco Pietro Paolo Piras ha sollecitato i carabinieri e la polizia locale affinché assicurino alla giustizia chi si è macchiato di indegno atto: “Vi chiedo in qualità di responsabile della polizia locale – scrive il sindaco – che venga avviata immediatamente un’indagine che chiarisca i fatti ed individui l’autore di questa insensata crudeltà, anzi di questo vero e proprio reato”. “La civiltà di un popolo si misura da come tratta gli animali – prosegue Piras –. Per non dovermi vergognare di fronte agli abitanti delle caverne, se ancora ne esistono, mi aspetto che in tempi brevi mi pervenga una relazione contenente anche il nome, il cognome del responsabile di modo che lui, e non diecimila cittadini terralbesi ad iniziare dal loro sindaco vengano giudicati dall’opinione pubblica e dall’autorità giudiziaria”.

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