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Ha una reazione agli antidolorifici ma per medici “stava fingendo”: Beatrice muore a 22 anni

La ragazza, originaria di Rochdale, in Inghilterra, aveva preso degli antidolorifici contro il mal di stomaco. I paramedici che l’hanno raggiunta nella sua abitazione, però, credevano stesse fingendo e cercasse attenzione: è morta qualche ora dopo in ospedale. “Con meno superficialità avrebbe avuto più possibilità di sopravvivere”.
A cura di I. A.
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Beatrice Lovane, 22 anni (Facebook).
Beatrice Lovane, 22 anni (Facebook).

Le avevano prescritto degli antidolorifici a base di codeina e paracetamolo per un forte dolore allo stomaco, ma una reazione allergica a queste sostanze le è stata fatale. Oltre il danno, inoltre, anche la beffa: è stata accusata dai paramedici di fingere quel dolore, costringendola ad arrivare sulle sue gambe al pronto soccorso. È morta così a 22 anni Beatrice Lovane, giovane mamma originaria di Rochdale, in Inghilterra, protagonista dell'ennesimo caso di mala sanità in Europa. I fatti risalgono allo scorso agosto, ma il caso è ancora al vaglio dei giudici, come riporta la stampa locale. I paramedici l'hanno trovata riversa sul pavimento della sua abitazione nel suo vomito, mentre non riusciva a respirare e aveva gli occhi girati all'indietro, ma non hanno fatto altro che ripeterle di "smetterla di fare la simpatica" e di "umiliare se stessa" con quel comportamento. Arrivata in ospedale, è deceduta qualche ora dopo.

Stando a quanto scoperto nel corso dell'inchiesta, grazie anche ai risultati dell'autopsia, la ragazza aveva preso degli antidolorifici che le avevano causato una insufficienza epatica, perché probabilmente soffriva di una patologia al fegato mai diagnosticata. Ma i sanitari non sono riusciti a farle avere le cure basilari. "Il loro è stato un comportamento superficiale", ha dichiarato Lisa Hashmi, il medico legale che ha esaminato il caso. A confermare quanto accaduto, è intervenuta anche la madre della vittima, Maria, che ha raccontato di aver trovato la figlia insieme ai paramedici mentre era ancora a casa.

"Beatrice era nel nostro salotto e respirava in maniera strana, aveva anche le pupille dilatate. Mi hanno chiesto di provare a calmarla ma non ci sono riuscita. Poi, le hanno ordinato di andare da sola verso l'ambulanza, perché non aveva bisogno della sedia a rotelle né di una barella. Quando ha cominciato a girare gli occhi all'indietro, uno dei sanitari le ha detto di smetterla, che non era una cosa divertente. Mi dicevano che stava fingendo e che voleva solo attirare la nostra attenzione, fin quando non è svenuta". In tutto, ci sono volute quasi tre ore per portarla in ospedale. Ma ormai per Beatrice era troppo tardi. Quando la madre ha raggiunto il pronto soccorso, i medici le hanno detto che avevano fatto tutto il possibile ma che per la 22enne non c'era più nulla da fare. "Se le cose fossero andate diversamente, se ci fosse stata meno superficialità, forse Beatrice avrebbe avuto più possibilità di sopravvivere", ha concluso il medico legale.

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