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Ha diritto ad aborto, ma il direttore dell’ospedale si rifiuta: licenziato

Accade in Polonia dove il direttore dell’ospedale pubblico della capitale è stato rimosso dal suo incarico dal sindaco della città perché ha rifiutato di praticare un aborto a una donna il cui feto presentava gravi malformazioni. Il piccolo alla fine è nato, per poi morire dopo 9 giorni.
A cura di S. P.
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Si chiama Bogdan Chazan ed è l’ormai ex direttore dell’ospedale pubblico di Varsavia, in Polonia. Il medico è stato licenziato dal sindaco della città perché ha rifiutato di praticare un aborto per motivi religiosi nell’ospedale pubblico. “Un dottore può rifiutare di praticare aborti per motivi religiosi – ha commentato un portavoce del municipio – ma un ospedale pubblico non può”. Il medico non ha voluto far abortire una donna che si era rivolta a lui perché il feto che portava in grembo presentava gravi malformazioni. La sfortunata madre si era presentata in ospedale a Varsavia e, dopo aver incassato il rifiuto all’aborto, aveva cercato un altro ospedale pubblico per interrompere la sua gravidanza. Ma a quel punto la donna aveva superato di cinque giorni il termine legale per gli aborti.

150mila aborti illegali ogni anno in Polonia – Una circostanza che ha costretto la donna a portare avanti la sua gravidanza e a dare alla luce il suo bambino. Il piccolo è nato il 30 giugno scorso ed è morto dopo nove giorni. In Polonia l’interruzione di gravidanza è consentita entro un periodo di dodici settimane nei casi di stupro o incesto e di 24 settimane nei casi di malformazioni fetali irreversibili o di minaccia alla vita della madre. Le stime della Federazione Polacca per le donne e la pianificazione familiare fotografano una realtà allarmante: se ogni anno in Polonia vengono effettuati dai 500 ai 700 aborti legali, le donne che decidono di interrompere le loro gravidanze in maniera illegale sono circa 150000.

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