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Gran Bretagna, azienda vieta la barba in ufficio: “Lo facciamo per la salute dei dipendenti”

Al bando barba e pizzetto per i lavoratori del Mears Group, il secondo fornitore di alloggi e assistenza sociale del Regno Unito. Per l’azienda, i peli del volto non permettono alle mascherine antipolvere di aderire correttamente, mettendone a rischio la sicurezza. Ma sui social è polemica.
A cura di I. A.
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Niente barba e pizzetto troppo lungo per i dipendenti. Sta facendo molto discutere negli ultimi giorni la decisione di una azienda britannica di mettere al bando la barba di tutti i suoi lavoratori. Secondo la nuova politica adottata dal Mears Group, il secondo fornitore di alloggi e assistenza sociale del Regno Unito, infatti, chi è impossibilitato ad ottemperare a questa richiesta per motivi medici o religiosi dovrà presentare all'amministrazione un certificato del dottore o una nota scritta emessa dal luogo di culto che frequenta. Insomma, divieto assoluto di ingresso negli uffici per tutti gli hipster, se non strettamente necessario.

È stata l'azienda stessa a rendere nota la decisione attraverso una comunicazione che è ben presto finita su Twitter, dove ha cominciato a spopolare l'hashtag #beardban, e da qui ai giornali di mezzo mondo il salto è stato breve. In Italia la questione è stata ripresa per la prima volta nei giorni scorsi dal quotidiano La Repubblica. Il motivo alla base del divieto sarebbe legato al fatto che i peli del volto non permettono alle mascherine antipolvere di aderire correttamente, mettendo così a rischio la salute dei lavoratori. Ma c'è chi crede che, in realtà, la causa sarebbe tutta economica. Come la Unite, il principale sindacato britannico, che ha definito la scelta il frutto di una "stupidità parsimoniosa".

Avere la barba per molti non significa soltanto seguire una moda, che pure impazza in tutto il globo, quanto, come sottolinea Mark Soave, responsabile dell'area di Londra del sindacato, in un'intervista al Mirror, "una questione molto delicata che interessa la sfera culturale, religiosa e personale delle persone. L'arroganza di Mears fa rizzare i capelli. In questi casi la parola d'ordine dovrebbe essere sensibilità". Altro che sicurezza, dunque. Secondo Soave esistono modelli di mascherine che si adattano facilmente anche a coloro che hanno la barba o il pizzetto. Secca, però, è stata la risposta dell'azienda. "Se uno dei nostri lavoratori soffre di malattie respiratorie perché non ha mai indossato la mascherina la colpa è la nostra. Dobbiamo garantire la sicurezza – ha detto Mark Elkington, responsabile per la salute e la sicurezza di Mears Group -. Se per Unite non è lo stesso con i suoi lavoratori, non è colpa nostra". La battaglia continua.

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