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Getta contro un muro il figlio della compagna e gli fracassa il cranio: condannato

Il piccolo Noah, un bimbo inglese di soli 13 mesi, veniva ripetutamente picchiato dal compagno della madre, spesso sotto gli effetti di alcol e droga. In un’occasione, l’uomo l’avrebbe scagliato contro un parete di casa: il piccolo è morto. Il patrigno si è poi giustificato in modo assurdo.
A cura di B. C.
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Ha picchiato a morte il figlioletto della compagna di soli 13 mesi sotto gli effetti di cannabis e vodka, poi ha cercato di far credere il bimbo era deceduta in un incidente. Hardeep Hunjan, 27enne di Luton, in Regno Unito, ha ucciso il piccolo Noah Serra-Morrison nell'appartamento dove viveva con la piccola e sua madre, Ronnie Tayler-Morrison, 23 anni. Non era la prima volta che il bimbo veniva picchiato: l’autopsia sul corpicino ha riscontrato la frattura di ben 15 ossa tra le braccia, le gambe e il piede sinistro di Noah. Quando è morto, aveva lesioni come quelle che si scoprono sulle vittime di incidente d'auto, o le persone che cadono da un edificio alto. La sua morte è stata causata da una profonda ferita alla testa che ha provocato una frattura al cranio del bimbo: Hunjan ha affermato che il bambino se l’era procurata cadendo dal lettino nella sua camera da letto.

A trovare il corpicino era stata la mamma che non era in casa al momento dell'aggressione. Inizialmente aveva creduto alla versione del compagno che le aveva detto che era caduto dalla culla. Gli investigatori però hanno smentito l’uomo e fatto emergere tutte le sue bugie: Noah sarebbe stato scagliato violentemente contro un muro, per poi procurarsi la ferita alla testa. Sia l’uomo che la donna sono stati condannati (l’ammontare della pena verrà deciso a breve), anche se la madre del bimbo è stata assolta dall’accusa di omicidio, ma dovrà comunque rispondere di atti di crudeltà su minore. Entrambi avrebbero sempre fatto abituale uso di alcol e droghe e probabilmente l'uomo avrebbe ucciso il bimbo proprio sotto l'effetto degli stupefacenti

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